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Il bullismo spiegato (in inglese) da Giovanni Coda, il regista dorgalese/cagliaritano che si autofinanzia con il crowdfnding

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La difesa dei diritti umani e la realtà sociale senza rinunciare all’arte. E’ la filosofia del regista cagliaritano, di origini dorgalesi, Giovanni Coda che dopo aver affrontato la persecuzione degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti nel film Il Rosa Nudo – ha vinto premi in ogni angolo del pianeta dagli USA all’Indonesia passando per la Danimarca e l’Australia -  ora indaga il bullismo contro ragazzi e ragazze omosessuali in Bullied to death ovvero Morire di bullismo. Fatto inconsueto per un regista italiano, per di più sardo, l’opera  è interpretata in inglese. Per un semplice motivo: film come Bullied o Il Rosa Nudo non trovano spazio in Italia mentre c’è una forte attenzione internazionale.  La conferma arriva anche dalla scarsità di fondi a disposizione di Coda per finanziare il film; denari  sia privati che pubblici nonostante che  con i soldi ministeriali dei cittadini si siano realizzati prodotti che non hanno lasciato traccia nella critica – Il Rosa Nudo ha collezionato una ventina tra premi e riconoscimenti nel mondo –  e sono rimasti ben lontani dagli schermi cinematografici. Eppure il cinema di Coda è a basso costo, solo poche migliaia di euro spesi per il Rosa Nudo. 

Per questo  film usi lo strumento del crowdfunding, una parte delle spese da coprire con finanziamenti via web. Sta funzionando? Sì sta andando bene.  Come per il precedente film “Il Rosa Nudo” abbiamo avviato una campagna di crowdfunding allo scopo di recuperare finanze da investire nella promozione e distribuzione del film

Sia per Bullied che per il  Rosa Nudo ti sei  ispirato a fatti storici e di cronaca. Una costante dei tuoi film

Quasi tutta la mia filmografia si basa su storie realmente accadute.  La ricerca delle notizie, come in quest’ultimo film è stata lunga e impegnativa visto che si tratta di un fatto di cronaca successo negli Stati Uniti. Recuperare le fonti, gli articoli e le breaking news, tradurle (adattandole)  in italiano  e successivamente  riscriverle in inglese per l’editing finale (che viene fatto tra Atlanta e San Francisco) è stato davvero un gran lavoro. 

Il successo di critica de Il Rosa Nudo ti ha fatto cambiare metodologia di lavoro?

No, Bullied to Death ed il successivo “La sposa nel vento” (il prossimo film in cantiere, ndr) facendo parte di una trilogia avranno la stessa impronta registica. Bullied to Death avrà  un taglio narrativo maggiormente orientato al versante documentaristico ma visivamente, a parte la sperimentazione grafica,  sarà il continuo del Rosa Nudo. La Sposa nel vento (terzo e ultimo capitolo) sintetizzerà gli esperimenti realizzati nei due precedenti film. 

Il bullismo contro i ragazzi/ragazze omosessuali è un tema antico ma purtroppo ancora attuale. Pensi ad un coinvolgimento delle istituzioni scolastiche. Per esempio un programma di presentazioni nelle scuole?

Il film è stato ideato  completamente in inglese e per ora stiamo lavorando a questa versione. Una volta terminata questa prima fase, procederemo con la versione in lingua italiana che possa coinvolgere un  pubblico il più eterogeneo possibile. Il mondo della scuola è uno dei nostri obiettivi principali.  

Grande successo internazionale con Il Rosa Nudo, ma in Sardegna come è stato accolto?

Dal punto di vista del pubblico benissimo. Abbiamo effettuato proiezioni a Cagliari, Nuoro, Sassari, Dorgali, Quartu Sant’Elena e in altri centri;  il risultato è sempre stato molto positivo. La scuola ha risposto benissimo alle nostre iniziative. La stampa ci ha seguito in modalità random – in modo disorganico -  e per tanto non abbiamo potuto sfruttare un vero lancio promozionale coordinato. I festival di settore e gli operatori cinematografici sardi, qualche rinomato critico e le decine di circoli del cinema, al contrario, non si sono neanche accorti del film. Peccato per loro. 

Perchè  Bullied è  stato  girato in inglese?

Il mercato internazionale ha accolto il Rosa Nudo in modo strepitoso, con venticinque selezioni ufficiali e nove premi internazionali. Giocarsi la carta internazionale, una volta consolidate le connessioni realizzate in questi ultimi tre anni è un passo che andava fatto. Con Bullied to Death proviamo a lanciare da Quartu Sant’Elena un nuovo esperimento cinematografico, vediamo cosa accade. 

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