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Italian Digital Day - Sardegna presente forte e chiara!

Ecco perchè accettare un invito del Presidente del Consiglio non era così scontato

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Cosa è accaduto a Venarìa Reale lo scorso weekend? E’ accaduto che per due giornate un popolo di volontari dell’innovazione provenienti da ogni parte d’Italia e con competenze specifiche diverse, e, sottolineo a caratteri cubitali, politicamente molto ma molto trasversalmente coinvolti, riuniti già un anno fa da Riccardo Luna per raccogliere una sfida importante, quella di dare il nostro contributo assolutamente volontario nel processo di cambiamento del nostro paese che non puo’ non passare per una diffusione di cultura digitale inclusiva e consapevole, bene questa rete, di cui io orgogliosamente faccio parte, si è data appuntamento a Venarìa per confrontarsi e per continuare a mettere in campo nuove azioni facendo ancora più squadra nel raccogliere un ulteriore sfida accompagnando i territori nel delicato passaggio che “traghetterà” il nostro paese nel rendere effettivi i non meno importanti di quelli tradizionali nuovi diritti di cittadinanza digitale di cui SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è espressione.

Ma fare i “campioni digitali” “de ghè” come ha detto Matteo Renzi, non è andare da domani con Davide, Serena, Nicola, Carlo, Raffaella, Stefano, Maurizio …. e gli altri Digital Champions sardi in giro a parlare di Spid, è fare quello che abbiamo sempre fatto e che continueremo a fare, per professione e per passione, a prescindere dall’avere la “spilletta” da Digital Champion e l’unzione del Presidente del Consiglio (con tutto il rispetto per chi ci ha dato questa meravigliosa opportunità): è parlare di coding nelle scuole, coinvolgere fasce escluse della popolazione, spiegare a gruppi di genitori quali sono i rischi di utilizzo dei social, parlare di Spid ma non perché sia uno spot ad una azione del governo ma per dire, attenzione, guardate che da domani tu cittadino italiano avrai queste opportunità grazie al digitale e siccome non sei pronto se vuoi ti aiuto io ad approfittarne meglio e più consapevolmente; è entrare nelle Giunte a parlare di app e di strumenti di realtà aumentata che migliorano la vita, raccontando quanto è bello aprire le banche dati e renderle fruibili e accessibili, è fare in modo che si consideri il digitale non una roba per “secchioni” nerd o invasati ma strumento potenzialmente di tutti che DEVE diventare patrimonio di tutti; è raccontare in blog, pagine social e testate giornalistiche le eccellenze sarde in ambito digitale (e ne abbiamo, a voglia se ne abbiamo …).

Detto questo, è ovvio, è stato bello sentirsi dire grazie dopo un anno di attività, un grazie non solo da chi era espressione del Governo Italiano ma anche da tutti gli addetti ai lavori di questo cambiamento, i vertici AgiD in primis a cui abbiamo fornito supporto nel delicato passaggio alla fatturazione elettronica. Ed è stato bello, perché no, raccogliere la testimonianza di tanti colleghi “illustri sconosciuti” per i più che nei loro territori sono veri campioni e diffondono competenze e aprono spazi di connessione. In un paese in cui fa’ strano credere che qualcuno faccia niente per niente, bene, vi dico che quest’anno è accaduto e poiché credo che nulla dia più soddisfazione del sentirsi e rendersi utili per il proprio paese, bandita ogni strumentalizzazione politica, la nostra gioia più grande è stata proprio sentirsi dire quel grazie!

Chiudo con una frase di Matteo Renzi che credo sintetizzi molto cio’ che ci siamo promessi tutti insieme: “Nell’epoca in cui i dati sono “BIG”, sono tanti, se non fornisci gli strumenti ai cittadini per saper decifrare e decriptare queste informazioni vuol dire che non sei in grado di educare. Se tu oggi hai tutti gli strumenti e non li usi perché non li sai leggere, sei un’analfabeta della contemporaneità”. Questo è il nostro obiettivo e, senza l’unzione da parte di nessuno, questa è la promessa che abbiamo rinnovato a Venarìa Reale, agire e dare il nostro contributo perché questa contemporaneità sia meno analfabeta e grazie al digitale più inclusiva “… perché all’articolo 3 della Costituzione non sta scritto che per il principio di uguaglianza dobbiamo tutti arrivare allo stesso punto ma che ciascuno di noi, è bene che PARTA dallo stesso punto”.

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