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Sanità. La “voragine” denunciata già nel 2012 da Confartigianato che rimase lettera morta anche negli anni successivi

Nel 2013 Pigliaru contro l’aumento delle tasse alle imprese, Folchetti: “Presidente, perché ha cambiato idea”?

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Il buco nella sanità? Lo denunciammo già nel 2012. L’allarme per la spesa sanitaria? Lo ribadimmo lo scorso anno. Le tasse sulle piccole imprese sarde? 9.467 euro solo per esistere. Il dietrofront del Presidente Pigliaru sull’IRAP? Incomprensibile. A Giunta e Consiglio una sola domanda: perché non ascoltate le imprese?”.

Questa l’analisi e la preoccupazione di Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, su ciò che potrebbe comportare, se confermato, l’aumento dell’IRAP e dell’IRPEF per colmare il “buco” della Sanità.

Tra gli artigiani sardi c’è molto disappunto – continua la Presidente Folchetti perché se a livello nazionale la Legge di Stabilità cerca di ridurre la pressione fiscale e di sostenere i consumi, la Finanziaria sarda, se fosse confermato l’aumento di IRAP e IRPEF, soffocherebbe i consumi annullando, in modo palese, gli sforzi del Governo”.

Sappiamo bene come gli sprechi della spesa sanitaria siano da ridurre, e prendiamo atto degli sforzi posti in essere con il piano di rientro – continua la Folchetti - ma siamo assolutamente contrari che questa operazione debba, ancora una volta ricadere su imprese e cittadini”.

La Presidente di Confartigianato poi si rivolge direttamente al Presidente Pigliaru: “Lei nel 2013 definì il taglio dell'Irap “una vera fiscalità di vantaggio”, conoscendo bene quanto la pressione fiscale sulle imprese sia pesante: perché adesso questo cambio di rotta?”.

Debito della Sanità

L’Associazione Artigiana già alla fine del 2012 denunciò l’abnorme aumento della spesa sanitaria che dal 2008 al 2011 accumulò debiti per circa 786 milioni di euro, con un costo per abitante di 469 euro, tanto da chiedere agli amministratori dell’epoca “di dimostrare se in Sardegna ci si ammalasse di più”.

Lo stesso fu fatto analizzando i dati (dal 2000 al 2011) sulla “Dinamica della spesa del Sistema Sanitario Nazionale per Regione”. All’inizio del decennio passato, il costo totale per la nostra isola era di 1miliardo e 922milioni di euro mentre alla fine del 2011 la crescita che si registrò fu del 66,7% in più, ovvero 3miliardi e 202milioni di euro, per una spesa pro capite nel 2011 di 1.911 euro. Da allora la musica non è cambiata.

Le dichiarazioni sulla stampa dell’allora Professor Pigliaru sull’IRAP (24 ottobre 2013)

Il taglio dell'Irap rappresenta un primo passo verso l'attuazione di una vera “fiscalità di vantaggio”, cioè di un sistema attraverso il quale far pagare meno tasse alle imprese che operano nel nostro territorio”. “L'economia trae maggiori vantaggi da sconti fiscali a favore del settore produttivo che da continui aumenti di spesa del settore pubblico”. “Ma naturalmente l'effetto principale che ci aspettiamo dalla manovra sull'Irap è quello più diretto, creato dalle minori tasse che le imprese dovranno pagare. Siccome l'Italia è il campione mondiale della pressione fiscale, ogni iniziativa capace di ridurre questo enorme vincolo alla crescita deve essere salutato con soddisfazione”. “Sappiamo che ridurre le tasse sull'attività delle imprese ha un buon impatto sul sistema economico, un impatto comunque maggiore di quello che si avrebbe agendo sul lato dei consumi delle famiglie”.

Queste le parole del Professor Pigliaru nel momento in cui, vigente il Patto di Stabilità, si ragionava di tagliare l’Irap per favorire l’economia.

La Finanziaria 2015 per la Giunta (9 dicembre 2014)

Lo scorso anno la Giunta portò l’IRAP al 75% per tutte le aziende operanti nell’isola, lasciò invariata l’Irpef e non introdusse il ticket sulle ricette farmaceutiche”. L’Assessore Paci affermò: “Si tratta di misure importanti per le aziende e i cittadini, e del tutto sostenibili per la finanza regionale”.

La Finanziaria 2015 per Confartigianato Sardegna: per luci e ombre

Lo scorso anno, in occasione della presentazione della Finanziaria, gli Artigiani plaudirono l’aver posto per la prima volta il pareggio di bilancio come vincolo da raggiungere a fine anno. “La definimmo “operazione meritoria” – continua la Folchetti - perché avrebbe consentito di derogare ai pesanti vincoli di spesa dovuti al Patto di Stabilità. Nello stesso momento, però, sollevammo il dubbio sulla difficoltà di contenere la spesa sanitaria”, le cui voci incidono pesantemente sui conti finanziari.

Le tasse locali: quasi 10mila euro a impresa

Quest’anno l’amaro calice  del dossier sulle tasse locali. Le piccole imprese sarde, infatti, pagano 9.467 euro di tasse locali solo per esistere, conto totale dato da IRAP, addizionali comunali e regionali, IMU e Tasi. Da sottolineare che dal 2011 al 2014, il prelievo è aumentato del 76,8%. Il conto è fatto su una micro impresa-tipo soggetta a IRPEF, composta da 2 lavoratori indipendenti e 3 dipendenti a tempo indeterminato, che ha di proprietà un immobile produttivo. All’interno di questa cifra, ogni dipendente costa, in tasse, ben 1.893.

Poi l’ultimo appello di Confartigianato Imprese Sardegna a Giunta e Consiglio Regionale: “Ascoltate l’urlo delle imprese: le tasse le stanno strangolando e questo aumento potrebbe frenarne definitivamente la ripresa”. 

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