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Elezioni Regionali. Pigliaru, il Presidente dimezzato

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Il nuovo Presidente della Regione Sardegna è Francesco Pigliaru.

Una vittoria per niente scontata quella del candidato del centro sinistra, subentrato in extremis nella corsa alle elezioni sarde 2014 dopo l'esclusione della vincitrice delle primarie Francesca Barracciu, decapitata dal neo segretario Matteo Renzi a seguito dell'inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio Regionale, e scosso negli ultimi fondamentali giorni di campagna elettorale dal repentino cambio al vertice del Governo nazionale decretato da una votazione Pd che ha messo fuori gioco il Presidente Enrico Letta e aperto le porte di Palazzo Chigi al temerario Sindaco di Firenze.

Un quadro complesso e composito quello nel quale si è dovuto muovere Pigliaru, che, oltre alla coalizione di centro destra di Ugo Cappellacci, sapeva di dover sfidare e contenere il movimento di Michela Murgia, che con un programma snello e innovativo e con la carta del “nuovo che avanza”, ha insidiato e preoccupato non poco i vari contendenti.
Francesco Pigliaru è riuscito nell'ardua impresa di conquistare il 42% dei voti e la maggioranza dei seggi in quello che sarà un'assemblea singolare, rappresentativa di una Sardegna che ha deciso di non esprimere il proprio voto e di disconoscere un'intera classe politica.

A vincere questa tornata elettorale isolana è stato infatti un partito composito, stanco e disilluso, quello dell'astensionismo, che ha raggiunto percentuali vicine al 50%.
Una vittoria che non può che dirsi dimezzata dunque, per la quale appare difficile gioire e che dovrebbe obbligare invece ad una profonda riflessione.

Da non sottovalutare neppure il mancato accesso in Consiglio del movimento Sardegna Possibile di Michela Murgia, nonostante la rilevante percentuale raggiunta, superiore al 10% dei consensi, dovuta ad una quanto meno anomala legge elettorale, che consentirà forse la governabilità ma all'altissimo prezzo di negare la rappresentanza ad una fetta davvero consistente di elettori.


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