Giovanni Coda regista di origini dorgalesi che conquista il mondo con ‘’Il Rosa Nudo’’

Solo ieri l'ultimo premio, il "Diamond Award"!

GBN
17/11/2014
Arte
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Ha messo piede e ha visitato solo una volta a Dorgali ma grazie ai racconti della nonna, ai ricordi del padre e alle parole ricche di immagini di tanti suoi parenti questo luogo (molto) immaginario gli è rimasto nel cuore e non vede l’ora di approfondire la conoscenza delle sue origini.

Il soggetto di questo articolo è Giovanni Coda che di mestiere fa il regista e con buon successo visto i tanti riconoscimenti internazionali del suo ultimo film ‘’Il Rosa Nudo’’ premiato ai festival cinematografici di Seattle, Gothenburg, Melbourne e Columbus, senza dimenticare  altri  venti  “Official Selection”  in tutto il mondo e, per restare all’Italia, la selezione per i David di Donatello e i Ciak d’Oro. Carico di attestati per il buon lavoro svolto arriverà a Dorgali a gennaio per presentare il film durante la ricorrenza del ‘’Giorno della Memoria’’. Non è un  caso questa data - voluta in accordo con l’amministrazione comunale - visto che  il tema di ‘’Il Rosa Nudo’’ è la terribile persecuzione nazista contro gli omosessuali.

Una pagina brutale della nostra storia raccontata per immagini ispirandosi alla biografia di Pierre Seel arrestato a soli 17 anni dai nazisti con l’accusa di omosessualità e internato nel campo di concentramento di Schirmeck dove subì torture, violenze e fu costretto ad assistere alla morte del suo compagno. Esperienza terribile ma alla Liberazione chiuse questo cassetto di vita, si sposò ed ebbe tre figli. Ma nel 1982 davanti ad un clima sempre più ostile verso gli omosessuali - una dura campagna del Vescovo di Strasburgo - prese coraggio, scrisse la sua autobiografia e denunciò il male subito. 

Giovanni ha ripreso la storia, raccontandola in modo inconsueto rispetto alle classiche trasposizioni cinematografiche delle opere letterarie, e la sua creazione artistica ha conquistato i giurati dei festival internazionali.

Segui il link per leggere l’intervista a Jo Coda.

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