I falò di San Sebastiano illuminano a festa i rioni di Dorgali

Ada Fronteddu
18/01/2015
Tradizioni
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Nel rione Sa Serra non si sono ancora spente le braci del fuoco di Sant’Antonio che già fervono i preparativi per quello di San Sebastiano.

Quest’anno l’onore e l’onere della festa ricadono su Filippo Ruiu e Francesca Filindeu, priori della serata di lunedì che avrà il suo culmine alle 19:00 con l’accensione de Su Romasinu nella piazza della chiesa parrocchiale. Poco più tardi verranno accesi falò minori negli altri rioni, tra i quali quello di piazza Sa Cudina ha riscontrato negli anni una partecipazione sempre crescente. In paese la ricorrenza religiosa relativa a San Sebastiano si è innestata nei secoli al cerimoniale del fuoco pagano e armonizza in un’unica formula storia e leggenda, fede e superstizione, preghiere e canti a tenores.

Secondo la tradizione San Sebastiano fu un ufficiale romano, raggiunse alte cariche alla corte di Diocleziano e fece proselitismo a favore dei cristiani, ciò gli alienò la simpatia dell’imperatore che ordinò la sua condanna a morte. San Sebastiano sopravvisse per miracolo al supplizio delle frecce e, invece di fuggire, affrontò l’imperatore che lo fece flagellare ancora una volta e fece gettare il suo cadavere in una cloaca. Il santo martire è dunque oggetto di un culto antichissimo risalente alla sua morte, è invocato come protettore dei caprai e guaritore dalle pestilenze. 

Il gotzos cantato in occasione della festa ricorda così questa sua virtù: “Acudimus cun fervore, cun coro e umilidade, dae pestas e infirmidades sias de nois difensore”. In passato era usanza che i caprai mettessero all’ingresso dell’ovile i rametti di rosmarino strappati dalla catasta benedetta e li facessero calpestare dalle capre, si credeva che così sarebbero state protette dalle malattie e dalle pestilenze. Al fuoco stesso si attribuisce una funzione purificatrice e il dolce tipico, su pistiddu, è un ex voto offerto a San Sebastiano prima che ai partecipanti alla festa in piazza. 

Proprio in piazza, alla luce del falò, tra una fetta di pistiddu e un bicchiere di vino novello, la comunità dorgalese rivive oggi come in passato il piacere della convivialità e dello stare insieme. È la sentita partecipazione popolare a rendere unico, pieno di significati e di suggestioni, questo rito ancestrale in cui la tradizione si fonde con la religiosità più autentica. A partire da Su Romasinu in piazza di chiesa si può procedere di cantina in cantina alla scoperta dello storico rione Sa Serra, imboccando poi le suggestive vie e viuzze del centro fino al fuoco minore di piazza Sa Cudina. Sotto il cielo che si tinge d’arancio si diffonde l’inconfondibile profumo del rosmarino e il paese in festa già sente nell’aria l’atmosfera del Carnevale: il prossimo appuntamento con la tradizione sarà quello di giovedì 5 febbraio per l’uscita de Sas Màscaras de Baunei.

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