Coldiretti: “sul comparto olivicolo-oleario serve una politica di insieme da parte della Regione”

Ufficio Stampa Coldiretti Sardegna
19/02/2015
Comunicati Stampa
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“Il comparto olivicolo sardo necessità di una visione integrata delle problematiche e degli interventi da mettere in campo”.

Lo scrive il presidente regionale della Coldiretti Battista Cualbu in una lettera inviata ieri mattina all’assessore regionale all’Agricoltura, dove si fa portavoce delle richieste dei produttori “emerse nei numerosi incontri organizzati dalla Coldiretti”.

Stiamo parlando di un settore dalle grandi potenzialità ma che oggi vive sulla buona volontà dei singoli non essendovi una politica strategica che abbia una visione globale, capace di mettere a sistema e in comunicazione le diverse parti di questo mondo.

“Quando la politica ha proceduto in questa direzione – sostiene il presidente ricordando il ‘Programma coordinato d’interventi per favorire lo sviluppo dell’ovicoltura’ attuato dalla Regione nel lontano 1984 – il settore, pur considerato tradizionale, mostrò una sorprendente capacità di assorbire le innovazioni e di raggiungere livelli di qualità delle produzioni impensabili fino ad allora: in pochi anni passammo da un olio denominato lampatino sardo, in quanto adatto solo ad usi diversi da quelli alimentari, ad un olio capace di primeggiare nei più importanti concorsi nazionali”.

Fu quello un intervento che diede uno scossone al comparto olivicolo dove ad incidere furono più che gli investimenti finanziari (10miliardi delle vecchie lire) la visione integrata delle problematiche e degli interventi che sfociò in un progetto multisettoriale con un coinvolgimento multidisciplinare. Coordinati dall’assessorato all’Agricoltura, ebbero, infatti, un ruolo importante la Facoltà di Agraria di Sassari e gli Enti regionali quali l’allora Ersat e i consorzi per la Frutticoltura e Cras.

“Venuta a mancare questa visione di insieme – argomenta Battista Cualbu – non solo c’è stata una marginalizzazione dell’olivicoltura, ma anche le successive azioni hanno avuto una efficacia ridotta. Lo stesso riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta degli oli in un sistema siffatto più che un’opportunità si è trasformato in un ulteriore onere burocratico e finanziario. Cosi come il prezioso contributo che potrebbe essere dato da Agris e Laore è limitato”.

L’auspicio secondo Coldiretti “è quello di avere un programma coordinato di settore che partendo dall’analisi di contesto degli scenari europeo, nazionale e sardo analizzi i punti di forza e debolezza ed individui in una visione integrata dei vari aspetti della filiera olivicola-olearia gli interventi necessari per migliorare la sostenibilità e la competitività del comparto. Solo in questo modo si potrebbero mettere meglio a frutto le risorse destinate al programma di sviluppo rurale per gli anni 2014/2020”. 

“Una strategia oggi necessaria – evidenzia il presidente regionale – in quanto a livello ministeriale è stato istituito il tavolo di filiera per elaborare il Piano olivicolo nazionale, oltre ad essere in atto le riunioni per mettere a punto le disposizioni nazionali concernenti i programmi di sostegno al settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola”.  

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