In Sardegna ogni piccola impresa paga 9.500 euro di imposte locali: dal 2011 cresciute del 76,8%

Folchetti: “Tassazione fin troppo alta per i servizi insufficienti che ci vengono offerti”

Federico Marini - Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna
16/10/2015
Comunicati Stampa
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Senza metano, con difficoltà nei trasporti, con poche strade malandate, con scarse opportunità di crescita ma con almeno 9.467 euro di tasse locali da pagare ogni anno solo per esistere.

Questa è la condizione cui sono sottoposte le piccole imprese della Sardegna e, soprattutto, questo è il conto totale dato da IRAP, addizionali comunali e regionali, IMU e Tasi. Un carico fiscale insostenibile per tantissimi imprenditori che, anche per questo, continuano a chiudere ogni giorno. Da sottolineare che dal 2011 al 2014, il prelievo è aumentato del 76,8%.

 

L’indagine è stata condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato sul peso della fiscalità in Sardegna per una micro impresa-tipo (soggetta a IRPEF composta da 2 lavoratori indipendenti e 3 dipendenti a tempo indeterminato, che ha di proprietà un immobile produttivo.

La nostra regione è al 19esimo posto nella speciale classifica ovvero è la seconda regione italiana per “attrattività fiscale”, basata sui 5 tributi locali principali (2 addizionali Irpef, Irap, Imu e Tasi).

 

Il fisco locale + la “tassa sulla tassa”, relativa all’indeducibilità dell’IMU, pesano su una piccola-micro impresa della Sardegna per una cifra poco sotto i 10mila euro (9.467 euro per l’esattezza) con una differenza positiva (ovvero in favore delle imprese) di 1.697 rispetto alla media nazionale di 11.164. All’interno di questa cifra, ogni dipendente costa, in tasse, ben 1.893.

 

Differenze significative anche all’interno delle varie province: tra la più “cara”, Sassari con 9.768 euro a impresa e Oristano, la più “economica” con 8.776, ci sono quasi 1.000 euro di differenza. Nel mezzo Cagliari con 9.646 euro, Carbonia-Iglesias con 9.404, Olbia-Tempio con 9.399, Medio Campidano con 9.373, Nuoro con 9.177 e Ogliastra con 8.857.

Colpevole di questo boom è di certo la tassazione immobiliare che ha fatto impennare il prelievo fiscale locale colpendo in modo prevalente le PMI, devastando imprese e cittadini, trainando la crescita del prelievo fiscale.

 

“La notizia è positiva ma ci chiediamo se, a fronte di un livello basso di tributi, corrisponda un livello soddisfacente di servizi – si interroga retoricamente la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – la riposta è chiara: in Sardegna è difficile fare impresa, crearla, proteggerla dalla concorrenza sleale e dal lavoro nero”.

Come dire: siamo ai primi posti della graduatoria per la bassa pressione fiscale ma l’ambiente non è ugualmente favorevole alla creazione di impresa.

 

La Folchetti ricorda i principali mali: “La carenza di infrastrutture, il mercato del lavoro, la burocrazia e i servizi pubblici, come testimoniava pochi anni fa un’altra ricerca di Confartigianato che ci vede al terz’ultimo posto in Italia per qualità della vita d’impresa”. “Ci aspettiamo che a fronte di questa analisi, parta un cammino di maggiore attenzione. Troppo spesso la Politica appare preoccupata solamente dei bilanci pubblici e per nulla del peso che la tassazione ha su quelli delle imprese e delle famiglie”.

“Essere la seconda regione italiana dove le imprese pagano “meno tasse” – continua la Presidente - dovrebbe avvantaggiarci ma evidentemente non è così, visto che è difficile operare in una regione quasi totalmente priva di servizi. E siamo molto preoccupati anche in prospettiva sia per la riforma del catasto, sia per la “nuova” Local tax, che rischiano di portarci ulteriori aumenti”.

“La situazione però ci dice che ci sono enormi margini di miglioramento – conclude la Presidente di Confartigianato Sardegna - per questo dobbiamo, la politica in primis, lavorare affinché la riduzione della pressione fiscale diventi la priorità per i piccoli imprenditori. Tra tasse locali e prelievo dello Stato centrale paghiamo troppo e in modo troppo complicato. Così non si aiuta la ripresa”.

 

Confartigianato, anche livello Nazionale, continuerà a chiedere una riforma che riduca la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese. E’ necessario ridurre la tassazione sugli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) che non possono essere considerati alla stregua delle seconde case. E va abolito il groviglio IMU/TASI/TARI, che come nel gioco delle tre carte vede sempre vincente il banco.

 

 

 

Totale 5 tributi locali (1)

“Tassa sulla Tassa” (2)

Prelievo complessivo

Prelievo complessivo per addetto

Cagliari

8.865

781

9.646

1.929

Carbonia-Iglesias

8.645

759

9.404

1.881

Medio Campidano

8.623

750

9.373

1.875

Nuoro

8.412

765

9.177

1.835

Ogliastra

8.153

704

8.857

1.771

Oristano

8.075

701

8.776

1.755

Olbia-Tempio

8.618

781

9.399

1.880

Sassari

8.963

805

9.768

1.954

SARDEGNA

8.698

769

9.467

1.893

 

1-      IRAP, Addizionale Comunale, Addizionale Regionale, IMU e TASI.

2-      L’applicazione dei tributi comunali sugli immobili genera un aggravio del prelievo fiscale sulle imprese causata dalla indeducibilità, che genera l’effetto perverso di “ulteriori di tasse sulle tasse” con un extra gettito di Irpef e IRAP. Es: l’IMU dell’impresa è deducibile ai fini delle imposte dirette solo nella misura del 20%. Sulla restante quota indeducibile ai fini dell’imposta sui redditi si paga una maggiore IRPEF e le relative addizionali regionali e comunali. 

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