Senza metano, con difficoltà nei trasporti, con poche strade malandate, con scarse opportunità di crescita ma con almeno 9.467 euro di tasse locali da pagare ogni anno solo per esistere.
Questa è la condizione cui sono sottoposte le piccole imprese della Sardegna e, soprattutto, questo è il conto totale dato da IRAP, addizionali comunali e regionali, IMU e Tasi. Un carico fiscale insostenibile per tantissimi imprenditori che, anche per questo, continuano a chiudere ogni giorno. Da sottolineare che dal 2011 al 2014, il prelievo è aumentato del 76,8%.
Lâindagine è stata condotta dallâUfficio Studi di Confartigianato sul peso della fiscalità in Sardegna per una micro impresa-tipo (soggetta a IRPEF composta da 2 lavoratori indipendenti e 3 dipendenti a tempo indeterminato, che ha di proprietà un immobile produttivo.
La nostra regione è al 19esimo posto nella speciale classifica ovvero è la seconda regione italiana per âattrattività fiscaleâ, basata sui 5 tributi locali principali (2 addizionali Irpef, Irap, Imu e Tasi).
Il fisco locale + la âtassa sulla tassaâ, relativa allâindeducibilità dellâIMU, pesano su una piccola-micro impresa della Sardegna per una cifra poco sotto i 10mila euro (9.467 euro per lâesattezza) con una differenza positiva (ovvero in favore delle imprese) di 1.697 rispetto alla media nazionale di 11.164. Allâinterno di questa cifra, ogni dipendente costa, in tasse, ben 1.893.
Differenze significative anche allâinterno delle varie province: tra la più âcaraâ, Sassari con 9.768 euro a impresa e Oristano, la più âeconomicaâ con 8.776, ci sono quasi 1.000 euro di differenza. Nel mezzo Cagliari con 9.646 euro, Carbonia-Iglesias con 9.404, Olbia-Tempio con 9.399, Medio Campidano con 9.373, Nuoro con 9.177 e Ogliastra con 8.857.
Colpevole di questo boom è di certo la tassazione immobiliare che ha fatto impennare il prelievo fiscale locale colpendo in modo prevalente le PMI, devastando imprese e cittadini, trainando la crescita del prelievo fiscale.
âLa notizia è positiva ma ci chiediamo se, a fronte di un livello basso di tributi, corrisponda un livello soddisfacente di servizi â si interroga retoricamente la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti â la riposta è chiara: in Sardegna è difficile fare impresa, crearla, proteggerla dalla concorrenza sleale e dal lavoro neroâ.
Come dire: siamo ai primi posti della graduatoria per la bassa pressione fiscale ma lâambiente non è ugualmente favorevole alla creazione di impresa.
La Folchetti ricorda i principali mali: âLa carenza di infrastrutture, il mercato del lavoro, la burocrazia e i servizi pubblici, come testimoniava pochi anni fa unâaltra ricerca di Confartigianato che ci vede al terzâultimo posto in Italia per qualità della vita dâimpresaâ. âCi aspettiamo che a fronte di questa analisi, parta un cammino di maggiore attenzione. Troppo spesso la Politica appare preoccupata solamente dei bilanci pubblici e per nulla del peso che la tassazione ha su quelli delle imprese e delle famiglieâ.
âEssere la seconda regione italiana dove le imprese pagano âmeno tasseâ â continua la Presidente - dovrebbe avvantaggiarci ma evidentemente non è così, visto che è difficile operare in una regione quasi totalmente priva di servizi. E siamo molto preoccupati anche in prospettiva sia per la riforma del catasto, sia per la ânuovaâ Local tax, che rischiano di portarci ulteriori aumentiâ.
âLa situazione però ci dice che ci sono enormi margini di miglioramento â conclude la Presidente di Confartigianato Sardegna - per questo dobbiamo, la politica in primis, lavorare affinché la riduzione della pressione fiscale diventi la priorità per i piccoli imprenditori. Tra tasse locali e prelievo dello Stato centrale paghiamo troppo e in modo troppo complicato. Così non si aiuta la ripresaâ.
Confartigianato, anche livello Nazionale, continuerà a chiedere una riforma che riduca la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese. Eâ necessario ridurre la tassazione sugli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) che non possono essere considerati alla stregua delle seconde case. E va abolito il groviglio IMU/TASI/TARI, che come nel gioco delle tre carte vede sempre vincente il banco.
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Totale 5 tributi locali (1) |
âTassa sulla Tassaâ (2) |
Prelievo complessivo |
Prelievo complessivo per addetto |
Cagliari |
8.865 |
781 |
9.646 |
1.929 |
Carbonia-Iglesias |
8.645 |
759 |
9.404 |
1.881 |
Medio Campidano |
8.623 |
750 |
9.373 |
1.875 |
Nuoro |
8.412 |
765 |
9.177 |
1.835 |
Ogliastra |
8.153 |
704 |
8.857 |
1.771 |
Oristano |
8.075 |
701 |
8.776 |
1.755 |
Olbia-Tempio |
8.618 |
781 |
9.399 |
1.880 |
Sassari |
8.963 |
805 |
9.768 |
1.954 |
SARDEGNA |
8.698 |
769 |
9.467 |
1.893 |
1- IRAP, Addizionale Comunale, Addizionale Regionale, IMU e TASI.
2- Lâapplicazione dei tributi comunali sugli immobili genera un aggravio del prelievo fiscale sulle imprese causata dalla indeducibilità , che genera lâeffetto perverso di âulteriori di tasse sulle tasseâ con un extra gettito di Irpef e IRAP. Es: lâIMU dellâimpresa è deducibile ai fini delle imposte dirette solo nella misura del 20%. Sulla restante quota indeducibile ai fini dellâimposta sui redditi si paga una maggiore IRPEF e le relative addizionali regionali e comunali.