L'agricoltura in controtendenza, conferma di essere il settore più in salute. Nellâanno di Expo ilreddito reale per lavoratore degli agricoltori in Italia registra un aumento medio dellâ8,7% rispettoal meno 4,3% a livello europeo, anche se tuttavia permangono aree di crisi: dal latte vaccino allacarne fino ai cereali dove i ricavi non riescono a coprire neppure i costi di produzione.
Eâ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Eurostat relativi al 2015 dai quali sievidenzia che lâItalia batte nettamente la Germania che si trova al fondo della classifica europea conuna riduzione record del 37,6% nei redditi agricoli.
Con un aumento record del 26,1% del reddito reale la Penisola agricola si conferma leader europeaanche degli ultimi cinque anni, mentre in fondo si posizionano la Germania (-35,3%) e la Finlandia(-53,7%) nel periodo 2010-2015.
Il 2015 si conferma dunque come l'anno del definitivo rilancio per l'agricoltura. I dati Istat relativi alterzo trimestre di quest'anno indicano anche un aumento record del Pil: un +3,7 per cento rispetto al2014. Nessun altro settore produttivo ha fatto meglio. Emerge una crescita del settore primarioquattro volte superiore a quella dellâindustria (+0,9 per cento) e cinque volte ai servizi (+0,5 percento).
Il segno positivo ce l'hanno anche le esportazioni dell'agroalimentare: più 27 per cento nei priminove mesi dell'anno.
Un boom che traina anche le assunzioni nelle campagne italiane: nel 2015 i giovani lavoratoriagricoli indipendenti sono aumentati del 35 per cento rispetto allâanno precedente, tanto che gliunder 34 anni che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperativeagricole hanno superato le 70mila unità . Il successo dei giovani traina lâoccupazione generale nel settore agricolo che segna un incrementodel 6,2 per cento nel numero di occupati, dieci volte superiore al valore medio totale dellâinteraeconomia nel primo trimestre dellâanno.
âQuesto trend positivo conferma che la terra è alleata dell'uomo e premia le pratiche virtuose deisuoi operatori â commenta con una punta di orgoglio il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. I dati nazionali rispecchiano l'andamento isolano dove siamo trascinati dalle eccellentiprestazioni del Pecorino romano e dunque della pastorizia anche se, sopratutto in questo periodo,risente del generale calo delle vendite della carneâ.
I bilanci delle aziende sono condizionati anche dal modello di sviluppo con risultati più positivi perchi ha scelto di puntare sulla distintività e sulla multifunzionalità . LâItalia è leader in Europa perprodotti a denominazioni riconosciuti, imprese orientate al biologico ma è anche al vertice dellasicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimiciirregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%). Il modelloproduttivo dellâagricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto per ettaroche è più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania,e il 70% in più dei cugini francesiâ.
âLa crisi ci sta ricordando il valore dell'agricoltura e dei suoi frutti â commenta il direttore diColdiretti Sardegna Luca Saba -. E' un lavoro duro che richiede tanti sacrifici e sforzi ma che saricambiare con grandi gratificazioni e benefici per tutta la società . Un mestiere che una società accecata da uno sviluppo repentino e scoordinato stava cercando di eliminare ma che oggiriconquista anche il suo prestigio sociale. Lo corroborano il fatto che un genitore su tre (29 percento) consiglierebbe ai propri figli di fare lâagricoltore e che ben il 55 per cento sarebbe contentose il figlio o la figlia sposasse un agricoltoreâ.
âIl suo maggior appeal â continua il direttore - lo ha nei giovani: in Italia si trova probabilmente ilmaggior numero di giovani agricoltori dellâintera Unione Europa (con quasi 48mila titolari under35). Inoltre, come ci dice un sondaggio Coldiretti/Ixeâ, il 57 per cento dei giovani oggi preferirebbegestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare lâimpiegatoin banca (18 per cento)â.
âIl nostro è un settore dinamico che ha sempre saputo rinnovarsi e innovarsi; è lo zoccolo duro dellanostra economia e oggi conferma di essere strategico per la ripresa del Paese e della Sardegna âanalizza il presidente regionale della Coldiretti -. Tuttavia permangono ancora delle grandicontraddizioni e distorsioni che la condizionano. Una paradossale ed eclatante la stiamo vivendo inquesti giorni e riguarda il Pecorino romano che sta tirando alla grande nei mercati. Contro leelementari logiche dell'imprenditoria c'è qualcuno impegnato nel tentativo di deprimere il mercato.Il trend positivo ha rotto il monopolio portando risultati positivi per tutta la filiera. Oggi qualcuno èdisposto ad abbassare il prezzo pur di tornare a su connottu. La grande sfida rimane quindi quella diportare il valore della trasparenza nelle filiere fino alla grande distribuzione per garantire a tutti gliagricoltori e allevatori la giusta redditività . Molto deve e può fare la politica che continua atrascurare o comunque a non dare la giusta attenzione al compartoâ.