Quanto è importante la provincia di Nuoro per la maggioranza che governa la Sardegna?

La parola al capogruppo del Psd’Az Angelo Carta

14/01/2016
Politica
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Riportiamo l'intervento, pubblicato su facebook dal Sindaco di Dorgali e On. Angelo Carta, della seduta del 13 gennaio durante il Consiglio Regionale che prosegue, anche oggi, il dibattito sul D.L. n. 176 “Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”.

Con il riavvio della discussione del DL 176 sul riordino degli enti locali la maggioranza ha dato la sua risposta: NULLA!!
Cagliari città metropolitana.
Sassari e Alghero rete metropolitana per la quale si chiederanno gli stessi poteri della città metropolitana.
La Gallura che combatte per vedere riconosciuto il suo status di ex provincia.
Cosa resta per Nuoro e per le zone interne? Ben poco! 
Nella seduta del 12 gennaio, con l'approvazione dell'articolo 1 si è decretato il de profundis anche solo per le ipotesi di intervento in quest'area con strumenti che potevano prevedere la fiscalità di vantaggio, soluzione fondamentale della quale dirò più avanti.
La maggioranza ha bocciato un mio emendamento col quale, all'articolo 1 del DL 176, proponevo di inserire altri due importanti principi ai quali ispirare la futura iniziativa della Regione nell'area del Nuorese e non solo. 
Nella sua formulazione, l’art. 1 prevede il riferimento all’art. 5 della costituzione ed agli artt. 3 e 44 dello Statuto della Sardegna. 
Io ho proposto l’inserimento anche degli artt. 10, comma 1, lettera a) e 12 dello Statuto.
Cosa dicono questi due articoli?
L'articolo 10, comma 1 lettera a) permette che la Regione, al fine di favorire lo sviluppo economico dell'Isola, possa prevedere agevolazioni fiscali, esenzioni, detrazioni d'imposta, deduzioni dalla base imponibile e concedere, con oneri a carico del bilancio regionale, contributi da utilizzare in compensazione ai sensi della legislazione statale.
Una pura previsione che, al momento della sua introduzione in legge, non costa nulla ma che, per la sola sua previsione normativa, può rappresentare uno strumento da utilizzare per trasformare le promesse fin qui fatte dalla Giunta Pigliaru in cose concrete.
L'articolo 12 statuisce, invece, che nella Regione Sardegna saranno istituiti punti franchi che oggi significa Zona Franca.
Argomenti noti e condivisi dai più e che hanno trovato posto anche nel “Piano di Rilancio del Nuorese”, scritto il 17 dicembre 2015 quale risultato condiviso dei 16 incontri tematici coordinati dalla Presidenza della Regione stessa.
Nel suddetto piano si legge testualmente che “la fiscalità di vantaggio potrebbe essere uno dei fattori attrattivi degli investimenti e di salvezza e potenziamento delle imprese esistenti e implica una visione non solo provinciale di promozione e sviluppo del territorio”.
Con il mio emendamento cercavo, appunto, di portare a livello centrale e all'attenzione del Consiglio Regionale questo aspetto.
La risposta della maggioranza è stata di bocciare l'introduzione degli strumenti normativi (l'articolo 10 lettera a) e l'articolo 12) che prevedono la possibilità di intervenire nel territorio del nuorese nella direzione auspicata anche nel Piano di Rilancio su ricordato.
Sorge spontanea, a questo punto, una domanda: perché la Regione a Nuoro dice una cosa e a Cagliari fa esattamente il contrario?
Perché questa maggioranza, con la sua più alta rappresentanza come è la Presidenza delle Giunta Regionale, a Nuoro dice e scrive in un modo e a Cagliari vota contro se stessa?
La risposta si trova nello stato confusionale nel quale la maggioranza si dibatte a causa di un disegno di legge che non trova pace: ad oggi, infatti, non è stato messo a disposizione di tutti i consiglieri regionali un testo univoco sul quale confrontarsi e discutere serenamente in maniera costruttiva. 
Tale situazione è ancora più paradossale se si riflette sul fatto che il Nuorese non riesce a far sentire la propria voce nonostante la folta rappresentanza sulla quale può contare in Consiglio regionale, con ben 7 consiglieri dei quali 4 della maggioranza e 3 della minoranza.
Infatti, da un esordio quasi miracoloso con il gruppo dei consiglieri di Nuoro uniti, si è passati all'attuale disfacimento di una qualsiasi volontà di puntare nella stessa direzione per il bene del nostro territorio.
Come prima e più di prima divisi e contrapposti.
Come uscire da questa situazione?
Non vedo altra possibilità che una presa di posizione forte e determinata del territorio la quale dovrebbe iniziare dai Sindaci.
Encomiabile quanto sta facendo il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, ma serve una risposta decisa e partecipata degli altri 51 sindaci della quasi ex provincia di Nuoro unitamente ai consiglieri comunali, alle imprese, ai sindacati, alle associazioni.
I Sardi, soprattutto quelli delle zone interne, devono sapere che qualunque speranza abbiano riposto in questa maggioranza, essa è totalmente vana perché non vi è l’intenzione di rispondere a nemmeno una delle istanze sollevate dai territori, e rileva il fatto che quotidianamente la Giunta e la sua maggioranza non tentano neppure di nascondere il vergognoso inchino tributato alla città di Cagliari.
Un atteggiamento servile e asservito, atto a consolidare la zona più forte della Sardegna a danno del resto della nostra Isola.
Nessuno poteva immaginare un tale disastro, il quale produrrà effetti devastanti ben oltre quelli che fino a oggi portiamo sulle nostre spalle sia di sindaci di territori in difficoltà, che di imprenditori di queste aree depresse, che di cittadini in difficoltà e non in grado di garantire i livelli minimi di sussistenza a se stessi e alle loro famiglie.
Penso alle grandi mobilitazioni dei sindacati ormai messe in soffitta, agli studenti pronti a difendere il diritto allo studio e al futuro.
Tutto sembra avvolto da un manto “sinistro” di rassegnazione o attesa di qualcosa che non si verifica.
Ma la Sinistra non era sempre pronta alla lotta, a combattere per la rivendicazione dei diritti dei più deboli, per la salvaguardia dei presidi di periferia, per la creazione delle opportunità per tutti?
Oggi questa sinistra è altro, è fuori della sua storia ed avulsa dalla realtà quotidiana dei nostri paesi.
La Sinistra è annacquata, fuori ruolo, ansiosamente alla ricerca di una strada che non trova.
Soffocata dal peso di una svolta subita senza il coraggio di tornare ad essere la Sinistra delle lotte per l’uguaglianza dei diritti, per le parità di trattamento, per le opportunità e per il lavoro per tutti.
Ma la mano destra ha sempre lavato la sinistra e viceversa e non per un fatto naturale bensì per opportunità.
E talmente si sono lavate fino a confondersi in una mano sola: quella di Renzusconi.
Davanti a questo scenario devastante, appare ancora più importante riuscire a costruire l'alternativa dei Sardi/Sardisti, cioè di tutti i Sardi perché essere Sardisti null'altro è che voler bene a se stessi.
A iniziare dal Nuorese, che può essere la culla dove far crescere la voglia ma anche la possibilità di salvarsi con le proprie forze.
Non attendiamo più nessuno perché a nessuno importa nulla di Noi.
Noi siamo soggetto e complemento.
Noi siamo coloro ai quali dobbiamo affidare il nostro destino, e a nessun altro.
Iniziamo da subito. Da ora, da questo sconcio Disegno di Legge che in Sardegna crea recinti per le aree forti, che lo diventeranno sempre di più, e per le aree deboli destinate a morire.
Sono convinto che dobbiamo agire per non morire.
Ma sta a noi trovare il coraggio per cercare la via e pretendere gli strumenti per percorrerla.
Fino ad allora saremo sempre meno importanti per la Sardegna e anche e soprattutto per noi stessi.

Cagliari, 13 gennaio 2016
Angelo Carta

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