Da domani, 13 aprile, le comunità della Parrocchia di Santa Caterina a Dorgali e della Madonna del Mare a Cala Gonone, come l’intero mondo cristiano, celebrano la Domenica delle Palme e si preparano ad entrare nel vivo dei riti pasquali con la Settimana Santa (vedi programma).
L’appuntamento per la benedizione delle palme è alle 10:45 in Piazza “Su Cuccuru” a Dorgali, seguirà la processione e la Santa Messa.
Con l’inizio della Settimana Santa si conclude anche uno dei riti tradizionali dorgalesi che caratterizza la Quaresima ossia le scampagnate giornaliere verso le chiese campestri sparse intorno all'abitato. Durante questo periodo ad ogni giorno della settimana corrisponde una tappa diversa con la medesima modalità di incontro e preghiera.
Questi appuntamenti sono ricorrenti ormai da diverse generazioni, magari nel tempo si è perso qualche valore nonché qualche preghiera o canto in lingua sarda ma, 100 anni fa come oggi, risultano ancora altamente socializzanti e formativi.
Ciò è confermato anche dalle ricerche scolastiche dei bambini dorgalesi della Quinta B del plesso di Via Lamarmora che, spronati dalla Maestra Tanuccia, hanno intervistato i parenti più anziani riportando nero su bianco un’epoca passata che fortunatamente ancora oggi si ricorda e si tramanda.
Di seguito la sintesi delle loro parole che raccontano “Dorgali al tempo dei nonni” tenendo come punto di riferimento le tradizioni in uso ancora oggi:
<< Le nonne aspettavano che arrivasse la Quaresima “Sa Caresima” per andare a fare una bella passeggiata. Andavano a pregare, a raccogliere erbe e a chiacchierare. Era proprio un bel periodo.
Il lunedì si andava a “Balu Virde” recitando il rosario cantato e prima di arrivare alla chiesa di Val Verde ci si fermava a San Giovanni Crisostomo “Santu Juanni De Oroviddo”. Lungo il percorso raccoglievano le erbe con un coltellino e le mettevano nel grembiule “s’antalena”, al rientro le nonne povere vendevano gli ortaggi alle signore benestanti. Queste erbe commestibili “s’irvuzu” si raccolgono ancora oggi e sono: finocchietti, bietoline e cicorie selvatiche, “ziziolu”, asparagi, cardi e tante altre. Alcune si mangiano cotte ed altre crude. Insomma, dopo aver passeggiato, chiacchierato e pregato avevano pure la cena pronta.
Il martedì si andava alla chiesa campestre di “S’Ena”.
Il mercoledì ci si recava alla chiesetta di “Su Craminu”.
Il giovedì si faceva una passeggiata lunga verso la chiesa campestre di “Su Babbu Mannu”.
Il venerdì si faceva la Via Crucis “Sas Ruches” in parrocchia. Oppure si faceva la Via Crucis partendo dalle diverse chiese dei rioni.
Il sabato si andava a piedi a Gonone, alla chiesa della Madonna del Mare.
Quaranta giorni prima di Pasqua preparavano “su laoreddu”, un piatto con dei chicchi di grano e del cotone che annaffiati crescevano al buio fino a diventare giallo oro, le nonne li guarnivano con un nastro e dei fiori e li portavano nella chiesa parrocchiale il Giovedì Santo per guarnire il sepolcro di Gesù.
Durante la Settimana Santa si facevano tante altre cose che vi racconteremo in seguito ... >>
L'ultima frase e ovviamente un invito a seguire il loro lavoro che il quotidiano pubblicherà la prossima settimana. RIngrazio l'impegno dei bambini, delle maestre ed ovviamente anche degli anziani che molto volentieri narrano ai nipoti storie, filastrocche, costumi ed abitudini remote ma non troppo distanti.