Inaugurata il 24 aprile, la mostra “Scuola di nudo” presenta disegni e sculture realizzati negli anni Venti e Trenta del secolo scorso da maestri e allievi dell’Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza. All’ISIA, in Villa Reale, si formarono allievi dotati e destinati a lasciare traccia nel panorama artistico italiano tra i quali i sardi Costantino Nivola, Giovanni Pintori e il noto pittore e ceramista dorgalese Salvatore Fancello (biografia).
All’interno del corpus di opere provenienti dall’ISIA, il curatore della mostra Dario Porta ne ha selezionato una serie dedicata al suggestivo tema iconografico del nudo. I tre disegni autografi del dorgalese sono stati concessi in prestito per l’occasione dal nipote Augusto Fancello, sempre fortemente impegnato nel recupero e nella promozione dell’arte dello zio.
Le opere di Salvatore Fancello sono ben rappresentate anche nel percorso espositivo permanente dei Musei Civici di Monza, articolato in 13 sezioni. L’artista dorgalese, oltre che nella sezione n°10 “Monza degli anni Venti. ISIA e Biennali”, è valorizzato nella sezione n°12 “Il corso di ceramica dell’ISIA” con l’esposizione di bassorilievi in terracotta invetriata, di un’anfora graffita e di un vaso che testimoniano la sua maestria e sensibilità per la materia. Sul sito www.museicivicimonza.it è possibile vedere una panoramica delle sale espositive e la pagina della sezione n°12 è aperta proprio dall’immagine di una ceramica smaltata di Fancello: L’aerostato (1933-34).
Due delle opere del dorgalese in mostra fanno parte delle 23 restaurate grazie al contributo di privati cittadini che hanno aderito al lodevole progetto “Parteciparte”, promosso nel maggio 2013 dal Comune di Monza.
I Musei Civici hanno inoltre prestato una bellissima opera di Fancello al MUDEC, Museo delle Culture, per la mostra “Mondi a Milano”, inaugurata il 27 marzo e visitabile fino al 19 luglio 2015. L’opera è La partenza del legionario, bassorilievo a piastrelle in terracotta smaltata del 1936 che, per l’occasione, è stato mirabilmente restaurato a carico del Comune di Milano e di 24 Ore Cultura, organizzatori della mostra, e tornerà poi nella piena disponibilità dei Musei Civici di Monza.
L’artista dorgalese, nonostante la sua breve vita e la sua attività svoltasi nell’arco di un solo decennio, continua a ottenere riconoscimenti ad alto livello. Dorgali sembra invece non riconoscergli il giusto lustro: la modesta sala Fancello in casa Dore non è la sede appropriata di valorizzazione delle sue opere e della sua memoria, che meritano sicuramente spazi di maggior cura e visibilità. Tempo fa si era parlato della possibilità di intitolare una Fondazione a Salvatore Fancello e di un progetto di recupero della storica casa Pinna in cui trasferire l’esposizione delle sue opere, ma ad oggi non c’è nulla di concreto riguardo a questi buoni propositi. Chissà che l’interesse mostrato dalle “grandi” Monza e Milano risvegli quello della “piccola” Dorgali e dei suoi cittadini nei confronti del celebre artista.

