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Avv. Scifo: "Vogliamo i colpevoli del genocidio del popolo sardo!"

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Lo avevamo preannunciato il 30 ottobre scorso al Convegno del Hotel Quattro Torri con la nostra diffida inviata alle istituzioni e agli organismi internazionali, a tutela della minoranza sardofona. Dopo la scadenza del termine di legge di 60 giorni, senza alcuna replica, abbiamo deciso di denunciare la gravissima situazione della Sardegna davanti alle Corti internazionali.

Nessuno potrà negare che in Sardegna si stanno commettendo crimini di genocidio e contro l’umanità, la situazione della mancata tutela della salute con la distruzione sistematica dell’assistenza sanitaria che fa mancare i medicinali salvavita negli ospedali, i reagenti per le malattie gravissime come la fibrosi cistica, le mancate bonifiche di intere aree dell’isola, con conseguente diffusione delle malattie letali, dovute all’inerzia di chi dovrebbe bonificare il cianuro a Furtei, le polveri nanoparticelle diffuse nei poligoni, il cromo, il torio, il benzene e la diossina dell’area industriale di Cagliari, Santa Gilla e le incredibili omissioni su Porto Torres, La Maddalena, il piombo di Portoscuso e Porto Vesme, i fanghi rossi del Sulcis: tutto ciò sta distruggendo la popolazione sarda.

L’isolamento della regione causato dallo smantellamento dei trasporti aerei e marittimi, colpevolmente favorito dall’inerzia della Giunta Regionale e dallo Stato che non controllano efficacemente cartelli e accordi illegali contro la concorrenza, lasciando la popolazione alla mercè degli speculatori e monopolisti. 
Tutto questo sta causando il lento genocidio della popolazione e la sua distruzione: i rapporti sullo spopolamento, il calo demografico e sull’emigrazione, le relazioni della Caritas sul tracollo economico della Sardegna e la distruzione della classe media nell’isola, sono le prove che dimostrano che ormai non è solo una colpevole inerzia della Regione, dello Stato e dei loro collaborazionisti locali ma vi è il dolo eventuale chiarissimo con la consapevolezza di causare la morte e la malattia della popolazione sarda.
Il rifiuto di applicare le leggi che dovrebbero tutelare la comunità dal disastro ambientale, sociale ed economico, causato da questa classe dirigente in carica e da quella precedente, deve essere valutato e punito da organismi internazionali terzi e servire come monito alle persone che li sostituiranno.
Abbiamo lanciato una campagna di denunce a tutte le Corti internazionali, dato che l’Italia non fa applicare le sue leggi e quelle europee in Sardegna, come testimonia l’inerzia della magistratura locale e nazionale e dei Prefetti locali, in ordine all’applicazione delle leggi a tutela del diritto più sacro: quello alla vita dei sardi.
L’assoluta mancanza di volontà e capacità di queste istituzioni di applicare le azioni positive a favore della minoranza dei sardi, pur previste dalle norme vigenti: la Legge n.482/99 sulle minoranze, il D.lgs. n.75/98 sulla zona franca; lo stesso Statuto autonomistico Sardo, completamente ignorato con la complicità dei rappresentanti locali dei partiti nazionali e degli stessi indipendentisti o sovranisti di nome ma non di fatto; l’ignoranza colpevolmente diffusa tra la popolazione che non conosce le norme fondamentali del Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 gennaio 2009 tra l’assoluta mancanza d’informazione e di comunicazione, dolosamente preordinata a non farne conoscere obblighi, diritti e potenzialità.
Il tentativo in atto di modificare la composizione del corpo elettorale, inserendo nuovi poveri senza creare le condizioni per una loro vita conforme ai principi dello sviluppo della persona umana ma solo per favorire gli interessi oscuri delle maggioranze che si alternano al potere: tutto ciò, trascurando che la povertà non si divide ma che si deve creare ricchezza e dividere il benessere o si crea solo una società di clienti da sfruttare. 

Tutto questo ha causato e sta causando la distruzione, il genocidio del popolo sardo e costituisce un crimine contro l’umanità che ora le Corti internazionali dovranno valutare ma, soprattutto, le denunce fanno capire che la comunità si muove e che finalmente ABBIAMO CAPITO quel principio proclamato da un’illustre personalità europea che dice: “Noi prendiamo una decisione in una stanza, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo di vedere cosa succede. Se non provoca proteste o rivolte, è perché la maggior parte delle persone non ha idea di ciò che è stato deciso; allora noi andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”.

NOI ora PROTESTIAMO!

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