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Migranti ad Autunno in Barbagia a Dorgali: “Siamo brave persone, anche noi abbiamo sogni e speranze”

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Durante Autunno in Barbagia 2016 a Dorgali è accaduto un fatto. Un gruppo di ragazzi migranti, ospiti nella struttura di Su Babbu Mannu, ha fatto capolino nella manifestazione sarda a ritmo africano con il proposito di condividere con altri le loro storie e le loro tradizioni. L’evento ha scaturito non poche e differenti reazioni tra la gente: stupore, interesse, commozione, divertimento e qualche critica negativa a base di rabbia e mormorii. Il vociferare pregiudizievole è stato forse più rumoroso soprattutto sui social, alimentando e aggravando la discussione dei “migranti in paese”, ma non ha smorzato i commenti positivi che - secondo quanto manifestato dalla promotrice Maura Fancello - hanno dato vita anche a possibili percorsi laboratoriali con i ragazzi, dalla danza alla musica al teatro "stanno nascendo opportunità reali di integrazione, che sono preziosissime e che dimostrano che la comunità é aperta e inclusiva, e questa é una cosa bellissima!".

La partecipazione dei migranti alla manifestazione culturale prende spunto da un percorso sulla “Resilienza” ad opera dei ragazzi del gruppo che anima ProPositivo, tra cui anche la dorgalese Maura Fancello, in collaborazione con The Others ONLUS, la cooperativa sociale algherese responsabile dei giovani migranti a Dorgali. La loro presenza tra le vie del paese non voleva certo essere di intralcio al tributo delle nostre tradizioni, anzi - connessa allo scambio culturale tra i principi di Cortes Apertas - intendeva imbastire un tentativo alternativo per farsi conoscere ed accettare dalla nostra comunità che, nonostante il bla-bla-bla delle malelingue, ha sempre dimostrato di essere inclusiva e socialmente attiva.

A conclusione del progetto e del fine settimana appena trascorso, i ragazzi migranti continuano a raccontarsi con un video messaggio rivolto ai dorgalesi: 

Siamo africani dal Togo, Guinea e Nigeria. Ci troviamo qui a Dorgali per via delle situazioni che vivevamo nei nostri Paesi, che ci hanno portato ad attraversare il deserto, e cercare salvezza oltre il mare profondo. Abbiamo preferito il mare, consci di poter morire, alla certezza della vita che ci aspettava nei nostri Paesi. Siamo scappati dalla guerra, dalle persecuzioni religiose, dalle lotte tribali, i nostri Paesi non riuscivano a proteggerci. Abbiamo lasciato le nostre famiglie, molti non ce l’hanno fatta. Ma dobbiamo guardare avanti, siamo brave persone, anche noi abbiamo sogni e speranze. Vogliamo ringraziarvi per averci accolto a Dorgali, e vorremo conoscere meglio questa comunità, promettiamo di non deludervi. In questa giornata di tradizioni, vorremo condividere con voi parte della nostra cultura. Noi siamo Resilienza.

Resilienza è l’andare avanti, il non arrendersi anche di fronte alle difficoltà, è la capacità di affrontare una crisi e uscirne fortificati. ’Noi siamo Resilienza’ dicono i ragazzi africani di Su Babbu Mannu: Sunday Nwosu, Frank William, Osazee Onaghise, Eustace Adimekme, Ben Bright, Chinaza Egeonu, Emmanuel William, Emmanuel Ebhodaghe, Chabane Tchaghirou, Michael Terry, Christian Igabali, Kingsley Aigbaze, James Ogbebor, Joseph Omovie, Osarumen Uwnigbe, Efe Osaght, Harrison Enogieru, Prince Okike, Uche Nwokeiwu. Il testo é stato scritto primariamente da Chinaza Egeonu e tradotto da Maura Fancello.

 

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