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Nuoro. Il grido di dolore delle imprese del Nuorese

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NUORO. Carenza d'acqua, inadeguatezza della rete telefonica e assenza di quella telematica, rete stradale e ferroviaria insufficiente, assenza di uno scalo aeroportuale e di uno portuale di rilievo, bassissima dotazione di impianti e di reti energetiche e ambientali: no, non parliamo del deserto del Sahara, ma della situazione da terzo mondo denunciata Venerdì mattina con forza dal Presidente della Confindustria Sardegna Centrale Roberto Bornioli durante la conferenza stampa convocata per presentare i risultati dello studio condotto grazie alla disponibilità di 250 imprenditori, “Indagine sulle infrastrutture in Provincia di Nuoro”.

Che il territorio del Nuorese attraversi una fase particolarmente dura non è certo un mistero, ma che le condizioni nelle quali si trovano ad operare gli imprenditori del Centro Sardegna siano scandalosamente anomale è una realtà che dovrebbe far ammutolire quella sfilza di politici inefficienti che hanno governato l'Isola negli ultimi 20 anni.
La scarsissima dotazione infrastrutturale del Nuorese è infatti tra le principali cause che determinano le difficoltà delle imprese che vi operano, svantaggiate ed avvilite su un mercato sempre più competitivo e veloce.
Un mercato che non aspetta e nel quale è impossibile tenere il passo se non si dispone dell'indispensabile per operare: l'acqua e l'energia, le “strade virtuali” e quelle reali, quindi Internet veloce e strade e ferrovie adeguate.

Ecco, gli imprenditori del Nuorese lamentano l'assenza o la carenza di tutti questi elementi, dei quali non si può davvero fare a meno se si vuol fare impresa.
“Come se non bastasse, nonostante un quadro da allarme rosso – sottolinea Bornioli – la nuova Intesa Generale Quadro (programma per le infrastrutture da realizzare nei prossimi 3 anni) ha destinato alla Provincia di Nuoro lo 0,8% delle risorse stanziate per le infrastrutture in Sardegna. Significa che su 2,5 miliardi di Euro, appena 20 milioni sono destinati al territorio e serviranno per finanziare i lavori di interconnessione del potabilizzatore di Torpè”.
Insomma, le infrastrutture non ci sono ma non vi è neanche l'intenzione da parte della politica di porre rimedio.

Chi darà le risposte attese dalla Sarflex di Siniscola, azienda con 70 dipendenti che produce tubi in acciaio, che lamenta la carenza di linea telefonica, di illuminazione pubblica, di acqua (a causa di un contenzioso tra Consorzio Industriale e Abbanoa  è stata interrotta la fornitura di acqua potabile dal Marzo 2013) e alla quale non viene neppure recapitata la posta, o all'Antica Fornace di Bolotana, impresa all'avanguardia che produce guarnizioni industriali nell'area industriale di Bolotana, che denuncia carenze gravissime per quanto riguarda le reti informatiche e telefoniche, così come per quelle stradali?
Come si può parlare di crescita e sviluppo se le condizioni di partenza non soddisfano neppure le più elementari esigenze produttive?
Confindustria sollecita pertanto la Regione Sardegna ad elaborare un Piano Straordinario per le infrastrutture strategiche per la Provincia di Nuoro, capace di superare quel corposo divario con il resto dell'isola e dell'Italia che pone il Nuorese alla 107^ posizione sulle 110 provincie italiane per competitività del territorio.

La speranza è che questo disperato grido di dolore non resti, per l'ennesima volta, inascoltato.

 

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