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I giovani fanno impresa tra tradizione ed innovazione

L’orafo Mattia Patteri apre i battenti

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Isola. I love Sardegna, Sardegna ti amo, Sardinna t’istimmo! Ma tu, cara la mia terra, come tutte le più grande passioni, a volte stai stretta! Non dai spazio all’incremento, non dai aria alle idee, non dai ossigeno alla vita, non dai fiducia alle attività.

Circolo vizioso. Le radici dei sardi sono ben ancorate alle pietre, ai monti, al mare, alla storia e alla cultura della Sardegna. Purtroppo sembra proprio che questi elementi riescano a bloccare ogni sviluppo innovativo o alternativo se non supportato da un colpo di fortuna o da una spinta ben assestata.
Questo - credo - il sentimento condiviso da molti giovani che nell’isola nascono, crescono e sognano per poi fuggire altrove in cerca di prospettive, con un bisogno disperato di certezze per il futuro.
La crisi e i sacrifici imposti dalla politica stanno rovinando la vita a molte persone, a sempre più famiglie e - neanche a dirlo - alla maggior parte degli imprenditori.

Speranza. Eppure ancora qualcuno si rimbocca le maniche e decide di credere in un progetto. Nel nostro territorio la voglia di buttarsi nel mondo delle partite iva è tanta. Così tanta da non curarsi della situazione economica che ci circonda perché certi di una forza propria, le idee.
Tutto ciò è positivo, mi meraviglia sempre sentire parlare di “giovani che fanno impresa”, sono quasi una rarità se si pensa a quanto è difficile farsi rispettare e riuscire a lavorare senza perdere la dignità in questo mondo di “grandi bluff”.

122 NU. Lunedì 7 aprile farà capolino in Via Lamarmora 163 a Dorgali il 122° filigranista orafo della Provincia di Nuoro. Mattia Patteri ha deciso a 33 anni di perseguire l'indipendenza mettendosi in proprio e allontanandosi - anche se di pochi metri - dal laboratorio del padre e maestro Libero Patteri.

Audacia. Come può non colpire il coraggio di questa scelta? Mattia dimostra testardaggine nel voler provare il brivido di quelle 11 cifre nonostante la possibilità di continuare l’avviata attività di famiglia. L’infazia passata tra incisioni, metalli e fantasia è stata l’ispirazione primaria per la sua crescita artistica incrementata dagli studi scolastici all’Istituto d’arte.

Tradizione. Per compiere questa mossa bisogna essere sicuri della proposta e i lavori di Mattia sembrano promettere bene. Mi racconta che i suoi disegni hanno sempre origine da moduli tradizionali come “sa zoiga”, “sos gemellos”, “s’ispilla” o “sa medalla"; da questi gioielli dell’oreficeria dorgalese «estrapolo i simboli che più attirano la mia creatività per creare pezzi unici ed originali».

Innovazione. Il punto principale è proprio questo! Trovare la modalità giusta per trasportare nella realtà il proprio pensiero che è sì influenzato dal patrimonio culturale ma nel divenire si caratterizza con uno stile. Mattia, nella sua personale evoluzione del gioiello, non si discosta troppo dalle peculiarità della tradizione orafa dorgalese, «prendo spunto da tutto ciò che mi circonda ed utilizzo anche materiali riciclati». Per saperne di più andate a sbirciare voi stessi, anche nella pagina facebook Mattia Patteri Orafo Patteri!

Ringraziamenti. Un passo del genere non si compie mai da soli, «ci tengo a rimarcare l’importanza di aver assorbito le prime basi di questo bellissimo mestiere dai miei genitori, Rosa e Libero, oltre che aver avuto a disposizione il sostegno morale e pratico degli amici: Alessandro, Dario, Giuseppe, Cianino e Agostino».

L’atteggiamento propositivo del neo imprenditore mi ha ricordato le parole di Albert Einstein che chissà quante volte è capitato anche a voi di leggere:

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere “Superato”.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza.
L’inconveniente delle persone e delle Nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita.
Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo, invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

Buon lavoro!

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