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Coldiretti: “il via libera del Ministero alla Sanità al porcetto termizzato premia le aziende virtuose e il nostro lavoro”

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Il ministero alla Sanità ha dato il via libera per l’esportazione del porcetto sardo oltre i confini isolani. Lo ha annunciato questa mattina il direttore generale dell’ufficio Sanità animale del ministero alla Salute, Silvio Borrello, intervenuto, a nome del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, alla tavola rotonda promosso dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, sulla Qualità e sicurezza alimentari tipici della Sardegna: dall’allevamento alla tavola: “è tanto il lavoro che bisogna ancora fare per superare la peste suina, ma ci sono pochi volenterosi seri e onesti allevatori che rispettano le regole e che possono esportare la carne di maiale. E’ importante – ha poi aggiunto il direttore generale spiegando il percorso da seguire – fare un accordo di filiera tra questi allevatori, l’industria di macellazione e i trasformatori che si dotino di veterinari aziendali, con la supervisione delle Asl, della Regione e del Ministero”.

“Una ottima notizia – ha poi commentato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu intervenuto all’incontro -, che va interpretato come un ulteriore passo in avanti verso la sconfitta definitiva della peste suina e un premio al lavoro che abbiamo portato avanti in questi mesi in collaborazione con gli allevatori, i trasformatori e l’assessorato alla Sanità. Come abbiamo sempre sostenuto finalmente si da fiducia a chi, pur nelle difficoltà, ha creduto e investito nella produzione sarda dei suini, innovandolo con nuove tecnologie come la termizzazione”.

“Il via libera di oggi è un feedback al lavoro e all’impegno – ha poi detto il direttore di Coldiretti Luca Saba – che deve condurci a fare squadra e sistema. Questa è una grossa opportunità economica e lavorativa non solo per la filiera suinicola ma per tutta l’economia sarda e servirà da esempio per tutti. Si sta ridando credibilità ad un prodotto unico ed inimitabile che solo noi sardi ci possiamo vantare di avere – ha proseguito Saba -. Grazie al lavoro che abbiamo portato avanti nei mesi scorsi, per il maialetto si aprono subito le porte della grande distribuzione anche in Continente”.

LA STORIA DELLA PESTE SUINA. Il primo caso di peste suina in Sardegna viene riscontrato nel 1978. A marzo dell’anno successivo risale il divieto assoluto imposto dalla Comunità Europea di esportare suini vivi, carne fresche e salumi prodotti in Sardegna. L’11 novembre 2011, dopo una breve parentesi nella quale era stata autorizzata l’esportazione delle sole carni macellate e dei salumi, la Comunità Europea ha nuovamente istituito il divieto assoluto di far varcare i confini isolani di qualsiasi prodotto a base di carne suina sarda. Con prorogata di ulteriori quattro anni del divieto di spedizione firmato l’11 ottobre del 2014.

DEROGA. Il 13 aprile del 2015 il Ministero alla Salute e la Regione Sardegna firmano un Protocollo di intesa. Il documento prevede l’invio dei maialini precotti per l’esposizione o la degustazione esclusivamente nell’ambito della manifestazione milanese. Inoltre i lotti eventualmente non consumati all’interno del perimetro della manifestazione, dovranno essere smaltiti in loco o rispediti in Sardegna secondo procedure stabilite.

PARTE IL PRIMO PORCETTO. Il 21 aprile 2015, dopo 1248 giorni di embargo, la Coldiretti fa partire dall’aeroporto di Cagliari il primo maialetto termizzato. Il 26 giungo

PRIMO PORCETTO FUORI SARDEGNA. 26 giungo festa del procetto in Expo, con degustazione offerta da coldiretti ai visitatori di tutto il mondo

PORCETTO IN CARREFOUR. Il 24 luglio 2015, grazie all’accordo della multinazionale francese con l’azienda la Genuina il porcetto termizzato arriva negli scaffali sardi della Gdo

EXPO. Solo nel padiglione Coldiretti il porcetto sardo termizzato è stato preparato e servito in tavola a migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo.

21 OTTOBRE 2015. Il ministero della salute da il via libera (lmitato agli allevatori e trasformatori in regola) di esportare il porcetto sardo termizzato, previa costituzione di un accordo di filiera e la dotazione di autocertificazione con veterinari aziendali.   

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