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Confartigianato Imprese Sardegna conferma perplessità, contrarietà e disappunto sull’aumento IRPEF-IRAP

Folchetti: “OK riduzione sprechi su spesa sanitaria ma non sulla pelle delle imprese dei cittadini”.

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Alla luce di quanto approvato ieri sera dal Consiglio Regionale, ribadiamo la nostra perplessità, contrarietà e disappunto per una norma che va a colpire direttamente le imprese, i cittadini e i consumi”.

Così Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sull’aumento dell’IRAP e dell’IRPEF da parte dell’Assemblea Regionale sarda per colmare il “buco” della Sanità.

Non contestiamo l’azione per ridurre gli sprechi della spesa sanitaria, e prendiamo atto degli sforzi posti in essere con il piano di rientro – continua la Folchetti – ma spiace ammettere come, ancora una volta, la voce dei settori produttivi, dei territori e dei cittadini non sia stata ascoltata”.

Ricordiamo come a livello nazionale la Legge di Stabilità abbia cercato di ridurre al massimo la pressione fiscale per sostenere i consumi – riprende la Presidente di Confartigianato - in Sardegna, invece, si è fatto esattamente il contrario alzando le aliquote soffocando di conseguenza la ripresa e annullando, in modo palese, gli sforzi del Governo”.

Confartigianato Imprese Sardegna, già alla fine del 2012 denunciò l’abnorme aumento della spesa sanitaria che dal 2008 al 2011 accumulò debiti per circa 786 milioni di euro, con un costo per abitante di 469 euro, tanto da chiedere agli amministratori dell’epoca “di dimostrare se in Sardegna ci si ammalasse di più”.

L’Associazione Artigiana poi pone un quesito: nella Finanziaria Regionale dello scorso anno, nel “Capitolo Imprese (n.8)” si affermava testualmente come fosse “necessario ripensare il nostro modello di sviluppo” e “per questo vogliamo tagliare permanentemente l’IRAP del 25%”. Come mai si parlò di “misure del tutto sostenibili per la finanza regionale?”

Lo scorso anno, in occasione della presentazione della Manovra, gli Artigiani plaudirono l’aver posto per la prima volta il pareggio di bilancio come vincolo da raggiungere a fine anno. “La definimmo “operazione meritoria” – conclude la Folchetti - perché avrebbe consentito di derogare ai pesanti vincoli di spesa dovuti al Patto di Stabilità. Nello stesso momento, però, sollevammo il dubbio sulla difficoltà di contenere la spesa sanitaria”, che incide pesantemente sui conti.

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