“È un quadro più che positivo quello emerso dall’esito del monitoraggio scientifico effettuato nelle acque della Sardegna e che premia gli sforzi messi in campo negli ultimi anni sul fronte della depurazione. Soltanto tre punti sui ventinove analizzati in tutta l’isola hanno rilevato una carica batterica oltre quella consentita dalla legge, due dei quali però giudicati fortemente inquinati.”
Questo quanto scritto nel comunicato sull’analisi effettuata da Goletta Verde con i prelievi e le analisi eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente nei giorni 27, 28, 30 giugno e 1° luglio. Tale istantanea non si sostituisce ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità ma riempie il nostro cuore sardo di orgoglio per il risultato raggiunto in questi anni.
Anche e soprattutto il nostro territorio può vantare quest’anno un mare pulito. La Regione Sardegna nella classifica dei comprensori turistici rientra nella top ten con ben cinque distretti: al primo posto il Golfo di Orosei e quindi anche Cala Gonone con il prelievo effettuato nella spiaggia alla fine del lungomare, l’Ogliastra e la Baronia.
Purtroppo tre eccezioni rovinano il quadro positivo: la foce del rio Cuggiani a Valledoria, quella del fiume Silis a Sorso (ma i dati potrebbero essere stati falsati dall’alluvione pochi giorni prima del campionamento) e lo sbocco del canale sulla spiaggia di Porto Alabe a Tresnuraghes.
Molto è stato fatto in questi anni ma non ci si può rilassare per una “vittoria” dell’ambiente che riguarda solo parametri microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli), gli abitanti di Dorgali e Cala Gonone lo sanno bene avendo vissuto in prima persona e ripetutamente i periodi di divieto di balneazione durante la stagione estiva. Come dichiara Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde: “Questo non significa che sia tutto perfetto e che quindi ci si può fermare, come dimostra il caso del sequestro del depuratore de La Maddalena. Occorre risolvere le criticità che abbiamo individuato e capire al più presto le cause del carico batterico rilevato. Tra l’altro, proprio alla vigilia della stagione balneare, anche l’Unione Europea ha nuovamente avviato una procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane, dopo già due condanne a carico del nostro Paese. La procedura coinvolge anche 64 agglomerati urbani sardi, per i quali secondo l’Ue non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario. Questa Regione ha già fatto più volte da apripista in Italia sul tema della depurazione e della difesa del proprio paesaggio, proprio per questo confidiamo che si prosegua su questa strada e si possa far sempre meglio. Le magnifiche coste dell’isola fanno gola a molti ed è bene mantenere alta la guardia.”.