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Concluse a Dorgali le lezioni di archeologia

Organizzate dall’Università della terza età e tenute dal prof. Giacobbe Manca con la sperimentazione sul campo

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A Dorgali si sono concluse nel migliore dei modi le lezioni di archeologia tenute dal prof. Giacobbe Manca, direttore della rivista “Sardegna Antica”. Con la sperimentata metodologia delle lezioni sul campo si è andati alla scoperta delle bellezze del Goceano. Si è stati a Benetutti e a Nule. È stato un viaggio poliedrico. Oltre ai resti archeologici, infatti, sono state visitate le chiese, le attività artigianali tra cui i famosi tappeti di Nule e si è sperimentata la gastronomia locale. Inoltre si è constatato con ammirazione il rispetto e la gentilezza con cui viene trattato l'ospite come nell'agriturismo ristorante S'Iscopalzu di Osidda dove si è stati a pranzo.
Il complesso è immerso nella natura, con secolari alberi di sughero e un curatissimo prato verde intorno. L'architettura è modesta e insieme superba perché fatta dalla tipica pietra del Goceano, che è il granito dalle diverse tonalità di colori, da ampie verande luminose, da archi naturali a tutto sesto, in cui esternamente è bandito il grigio e anonimo cemento. Non più la solita monotonia culinaria, ma piatti diversificati presentati con cura e gusto e con l'intenzione di far  piacere oltre che al palato anche alla tasca dell'ospite. Il Prof. Manca, che conosce i beni culturali della Sardegna come le sue tasche, sa sempre dove portare i suoi studenti e non li delude mai culturalmente.
Graziano Grispu è il presidente dell'Unitrè che si prodiga con entusiasmo per venire incontro alle aspettative dei partecipanti. Il Goceano è costituito fondamentalmente dalla valle del fiume Tirso, da grandi aziende agro pastorali e da sugherete. Accanto alle Terme Romane di Benetutti sorge la chiesa romanica di San Saturnino martire. È in trachite che il tempo ha trasformato dal colore rosso in rosso ruggine. Risale all'anno Mille. Sia a Benetutti che a Nule le chiese sono in trachite, un materiale più facile da lavorare, al contrario del granito che è la pietra dominante. Ciò è stato possibile in quanto proprio a Benetutti si è formata una falda geologica di trachite. La maggior parte delle case hanno il prospetto in granito. A Benetutti la chiesa è dedicata a Sant'Elena ed è di pregevole fattura la Pietà in legno, del '500, peccato che è collocata nell'andito dell'uscita laterale.  A Nule si arriva da Benetutti percorrendo i brevi tornanti ombrati di lecci. Ci ha fatto da guida lo scultore Pierpaolo Marche. Abbiamo visitato il paesino in lungo e in largo. All'entrata si ammira la stele in granito scolpita e dipinta dallo stesso maestro Marche. Nella chiesa dell'Assunta il retablo custodisce le statue di Cristo, della Madonna e di Sant’Antonio Abate. All'angolo del prospetto il maestro Marche sul granito naturale ha scolpito la scritta “Sa pedra iscartada es posta a contonada”. Nella chiesa della Natività di Maria Vergine si nota il retablo del '500 con le statue di San Paolo al centro e ai lati San Nicola e Sant’Antioco e inoltre la statua di Maria Bambina in legno come adagiata in una culla. In alto al paese vi è la chiesa di San Giovanni Battista. Dal Colle San Paolo la vista spazia su tutta l'intera valle del Tirso.
I tappeti di Nule sono mirabili, in lana rasata, a doppia faccia, coloratissimi, vivaci, dal rosso, all'azzurro, al rosa, al giallo, al senape. Disegni geometrici e fantasiosi, mai ripetitivi. La caratteristica dei tappeti, detti de arvitu, è che sono realizzati col telaio verticale. È una tradizione che ancora si tramanda di generazione in generazione, fatta con amore e passione. Sempre a Nule il calzolaio fa ancora scarpe da campagna con vero cuoio e martello, con lesina e rocchetto. E inoltre per i cavalli crea selle, briglie e pettorali con appese le squillanti campanelle.

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