Partecipa a DorgaliGonone.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Dorgali, la grana delle terre ex demaniali

Orti, vigne e uliveti da ricomprare a Oddoene

Condividi su:

Un grande dibattito è in corso a Dorgali in questo periodo. In ogni famiglia, in ogni casa, ogni giorno l’argomento è lo stesso: i terreni di Oddoene. Si discute della decisione che il Consiglio comunale lo scorso 14 maggio ha votato all’unanimità. Nella delibera vengono fissati i canoni di vendita e di affitto che gli aventi diritto dei terreni dovrebbero versare alle casse civiche per diventarne proprietari o continuare a usufruirne come affittuari. L’Agenzia delle Entrate di Nuoro ha stabilito che chi vuole diventarne proprietario deve sborsare al Comune di Dorgali 7.950 euro a ettaro o 285 euro annuali per l’affitto di durata decennale. Di fronte a queste cifre la popolazione si è ribellata. Si è costituito un Comitato spontaneo, si sono svolte animate assemblee popolari e si sono raccolte più di mille firme per far revocare quel provvedimento.

Nel 1946, subito dopo l’ultima grande guerra, il Demanio concede ad uso civico la vallata ai dorgalesi. Erano 941 ettari assegnati in enfiteusi a circa trecento famiglie. Allora Oddoene era incolta, terre coperte di lentisco, mirto e olivastri. Ovunque pietraie. I dorgalesi hanno colto l’occasione al volo. Molti avevano fatto la guerra e al ritorno non avevano nulla per sfamare le loro famiglie: capirono che quella poteva essere la vallata della rinascita economica e del riscatto sociale, ognuno da servo pastore o contadino a giornata poteva trasformarsi in agricoltore, non più al comando del padrone terriero, diventando lui stesso padrone del proprio destino e riappropriandosi della propria dignità e libertà.

Forte della sua innata laboriosità il dorgalese piegò la schiena al sole e alla pioggia, al freddo e al maestrale e iniziò la sua opera di bonifica. Cominciò a spietrare e con le pietre delimitò i confini con i muretti a secco, con la zappa divelse gli arbusti e con la falce falciò i cespugli, raccolse l’acqua delle sorgenti, con l’aratro tirato dai buoi disossò il terreno. Dove prima era desolazione e macchia selvatica iniziarono a spuntare orti, vigne e uliveti. Dove la vocazione del terreno era rimasto a pascolo e a bosco, gli animali avevano erba e ghiande abbondanti. Il contadino pagava al demanio il congruo canone di affitto. Nel 1974 lo Stato aveva dato la possibilità di riscattare quei terreni dati in enfiteusi. Ma nessuno si fece avanti per risolvere quel contratto, ormai anacronistico con l’evoluzione dei tempi, perché non ci fu la necessaria informazione e sensibilizzazione. Il Demanio, tramite la Regione Sardegna, nel 2013 ha ceduto i terreni al Comune di Dorgali che ne è divenuto proprietario. Il Comune si è rivolto all’Agenzia delle Entrate per fare la perizia dei terreni da vendere o affittare agli aventi diritto.

A chi non ha tutto il denaro per riscattare il proprio terreno viene data la possibilità di rateizzare l’importo complessivo o comprarne solo una parte tramite frazionamento. Di fronte al prezzo deciso dall’Agenzia delle Entrare di € 7.950 a ettaro per l’acquisto, la popolazione interessata si è ribellata e ha fatto una controproposta che non è stata accettata. Il sindaco Angelo Carta ha convocato una animata assemblea per sbloccare la situazione e convenire per una equa valutazione dei lotti di terreno. Il terreno si valuta a palmo e non vi può essere una valutazione generalizzata che valga per tutti. Il bosco, il pascolo, il terreno scosceso non hanno lo stesso valore del vigneto, dell’uliveto o del terreno pianeggiante. In questi decenni le migliorie fatte dai contadini da una pietraia hanno generato un giardino. Il terreno ha acquistato valore col sudore della fronte e con le mani dure e callose dei contadini che lo hanno bonificato, reso vivibile e fruttuoso. Per cui non si possono far pagare quelle migliorie agli stessi contadini che le hanno apportate. Si spera di trovare una soluzione giusta e solidale abbassando quelle cifre di riscatto sproporzionate. Altrimenti dove troveranno i soldi per comprare la loro terra coltivata da una vita coloro che oggi vivono di pensioni minime? O le vedove che l’hanno ereditata dai mariti e i giovani dai loro padri e che ora con la crisi sono disoccupati? L’economia di Oddoene per la maggior parte è a carattere familiare e non di mercato. Serve a soddisfare le esigenze della famiglia per farsi la provvista degli ortaggi, del vino, dell’olio per tutto l’anno. Un accordo deve assolutamente trovarsi. Altrimenti è lo sconvolgimento di una storia di civiltà, un tradimento degli ideali per cui è nata e cresciuta Oddoene. Per un Dorgalese dire Oddoene è un orgoglio. E tale deve continuare ad essere.

Gaetano Solano da L’Ortobene del 5 luglio 2015

Condividi su:

Seguici su Facebook