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Giovanni Coda regista di origini dorgalesi che conquista il mondo con ‘’Il Rosa Nudo’’

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Ha messo piede e ha visitato solo una volta a Dorgali ma grazie ai racconti della nonna, ai ricordi del padre e alle parole ricche di immagini di tanti suoi parenti questo luogo (molto) immaginario gli è rimasto nel cuore e non vede l’ora di approfondire la conoscenza delle sue origini.

Il soggetto di questo articolo è Giovanni Coda che di mestiere fa il regista e con buon successo visto i tanti riconoscimenti internazionali del suo ultimo film ‘’Il Rosa Nudo’’ premiato ai festival cinematografici di Seattle, Gothenburg, Melbourne e Columbus, senza dimenticare  altri  venti  “Official Selection”  in tutto il mondo e, per restare all’Italia, la selezione per i David di Donatello e i Ciak d’Oro. Carico di attestati per il buon lavoro svolto arriverà a Dorgali a gennaio per presentare il film durante la ricorrenza del ‘’Giorno della Memoria’’. Non è un  caso questa data - voluta in accordo con l’amministrazione comunale - visto che  il tema di ‘’Il Rosa Nudo’’ è la terribile persecuzione nazista contro gli omosessuali.

Una pagina brutale della nostra storia raccontata per immagini ispirandosi alla biografia di Pierre Seel arrestato a soli 17 anni dai nazisti con l’accusa di omosessualità e internato nel campo di concentramento di Schirmeck dove subì torture, violenze e fu costretto ad assistere alla morte del suo compagno. Esperienza terribile ma alla Liberazione chiuse questo cassetto di vita, si sposò ed ebbe tre figli. Ma nel 1982 davanti ad un clima sempre più ostile verso gli omosessuali - una dura campagna del Vescovo di Strasburgo - prese coraggio, scrisse la sua autobiografia e denunciò il male subito. 

Giovanni ha ripreso la storia, raccontandola in modo inconsueto rispetto alle classiche trasposizioni cinematografiche delle opere letterarie, e la sua creazione artistica ha conquistato i giurati dei festival internazionali.

L’intervista.

Giovanni ci racconti le tue radici dorgalesi, vuoi sfogliare l’album di famiglia?

Mia nonna era di Dorgali, come i suoi genitori (il padre si chiamava Tottoi e la madre Callina Masuri), si chiamava Pina Chironi, ovvero Serafina Fancello Chironi. Anche mio Padre era dorgalese di nascita, Giuseppe Coda, scomparso l’anno scorso. Io a Dorgali ci sono stato una sola volta in tutta la mia vita perché nonna si stabili a Cagliari con mio nonno (Giovanni Coda maresciallo dei Carabinieri) ed io li sono nato e cresciuto. Da Dorgali venivano a farle visita moltissimi parenti ed io quelli che ho conosciuto li ho incontrati nel suo  salotto buono a Cagliari.

Questi legami famigliari hanno determinato la scelta della presentazione del film a Dorgali?

Dopo la morte di mio Nonna e in ultimo di mio padre, Dorgali resta un paese che per me assume un significato molto profondo. Li sono  le mie radici, i ricordi che attraverso i loro racconti mi sono stati tramandati. Sono per me luoghi immaginari e credo sia giunto il momento di renderli reali, di provare anche io le stesse emozioni che provava mia nonna mentre mi raccontava della sua casa a Dorgali, della sua infanzia, dei cavalli, delle sue radici.

Hai dedicato un lavoro a  tua nonna. C’è ne vuoi parlare?

A Pina Chironi ho dedicato uno dei miei lavori più fortunati, Serafina. Un film che pochi in Italia hanno compreso, ma che nel resto del mondo ha avuto un grande successo. Apprezzato in tantissime gallerie d’arte e in numerose situazioni espositive. Con Questo lavoro, nella versione inglese si chiamava Other Body, ho esposto e tenuto conferenze all’Università di Tokyo, a Londra, Parigi, Madrid, Colonia,  Francoforte e in tantissimi altri luoghi sparsi nel mondo.

Il Rosa Nudo ha avuto un successo mondiale. Un grande riconoscimento dopo vent’anni di duro lavoro nel campo artistico. Ti aspettavi questo risultato?

Il film aveva delle potenzialità, sulla carta, interessanti. Una storia in pratica sconosciuta. Hanno inciso alcune scelte come il taglio registico, gli attori, una struttura con uno schema molto più vicino ad una performance rispetto ad una recitazione classica. Poi un team di grandi professionisti, soprattutto attori di teatro che non avevano mai lavorato seguendo i parametri della video arte (che non prevedono necessariamente una narrazione strettamente legata alla recitazione). Questi elementi hanno fatto la differenza con tanti altri prodotti cinematografici in circolazione. Per rispondere alla tua domanda, mi aspettavo che il film suscitasse interesse, ci speravo, ma non mi sarei mai immaginato che potessero arrivare quattro primi premi internazionali (Seattle, Gothenburg, Melbourne e Columbus) venti “Official Selection” in tutto il mondo, né tanto meno la selezione per i David di Donatello o i Ciak d’Oro.

I tuoi nuovi obiettivi?

Ho iniziato qualche giorno fa le riprese del mio nuovo film Bullied to Death ispirato alla storia di un giovane ragazzo americano vittima di bullismo omofobo e suicidatosi nel 2011. Il ragazzino si chiamava Jamey Rodemeyer. Contiamo di terminarlo entro marzo 2015.

 

Articolo concluso, ma non è finita. Ieri - domenica 16 novembre - arriva l’ultimo premio per Il Rosa Nudo che si aggiudica il "Diamond Award" _Narrative Feature_al IFPF di Jakarta - Indonesia.

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