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Salvatore Fancello: un centenario come occasione di valorizzazione

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Quest’anno, esattamente in data 8 maggio 2016, ricade il centenario della nascita dell’artista dorgalese Salvatore Fancello. Per il comune di Dorgali, l’anniversario potrebbe rappresentare un’ottima occasione di valorizzazione dell’artista, con l’obiettivo di porre rimedio all’inadeguata situazione nella quale attualmente riversa la sua immagine all’interno del proprio contesto d’origine.

Fancello, figura culturale del primo Novecento, fu pittore e scultore-ceramista di notevole capacità e talento, purtroppo interrotto dalla precoce morte a soli 25 anni sul fronte di guerra in Albania (1941). A tal proposito Carlo Argan nel 1988 sottolinea che “Salvatore Fancello è morto così giovane che non è neppure possibile congetturare quale sarebbe stato il suo futuro d’artista…”, ma malgrado il breve periodo che il destino gli concesse per dedicarsi all’arte, lascia alla comunità dorgalese un importante patrimonio artistico, che purtroppo al giorno d’oggi giace quasi nel dimenticatoio.

Parliamo di un artista, che in poco più di un decennio creò un corpus di opere, alcune delle quali gli valsero importanti premi come quello del 1936 della VI Triennale al Palazzo d’Arte di Milano e una retrospettiva a lui dedicata nel 1942 presso la Pinacoteca di Brera. L’intero patrimonio artistico di Fancello, al momento è sfortunatamente dislocato in diversi punti non connessi tra loro, alcune opere sono esposte presso il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, altre nei Musei civici di Monza, ancora nell’archivio per le Arti applicate a Nuoro, a Milano ed alcune collezioni private ad Alghero e Cagliari. 

Fortuna volle però, a seconda del punto di vista con cui si valuta, che una buona parte delle sue opere sia rimasta nel suo paese d’origine, conservate all’interno di una “sala” del Municipio di Dorgali adibita ad esposizione museale. Qui è custodito il celebre “disegno ininterrotto”, composto su una pergamena lunga 6 metri che l’artista donò nel 1938 all’amico Costantino Nivola, in occasione del suo matrimonio con Ruth Guggenheim. L’opera, dopo la morte di Nivola, fu donata dalla moglie Ruth nei primi anni 90 al comune di Dorgali, con lo scopo di porre le basi per la costruzione del museo dedicato a Fancello, così come fu fatto ad Orani dove oggi è ubicato il Museo Nivola, realtà che a fine 2015 ha registrato circa 5.500 visitatori.

Dalla donazione sono passati quasi 30 anni e per Dorgali questo progetto risulta incompiuto! Peggio ancora, l’artista e la sua collezione ad oggi ricadono dal punto di vista della fruibilità in un profondo baratro. Collocata in un’area disseminata da barriere architettoniche, la sala espositiva è visitabile solo nell’arco dei mesi estivi o durante grandi eventi, risulta isolata dalla collaborazione con scuole, università o circuiti museali, praticamente chiusa sotto una campana di vetro protettiva, ma soprattutto occlusiva. Queste sono solo alcune delle criticità che impediscono la fruizione del patrimonio artistico e del talento di Fancello, ecco perché un centenario dalla nascita può rappresentare una “rinascita”.

L’amministrazione comunale, si è già mossa in questa direzione, avvalendosi della collaborazione del Prof. Ugo Collu e stanziando € 30.000,00 (Delibera N. 351 del 30/12/2015) per la realizzazione di un programma di eventi commemorativi, che comprende una mostra e laboratori didattici per le scuole, più € 15.000,00 per la realizzazione di una tomba monumentale (Delibera N. 356 del 30/12/2015) e l’istituzione di una fondazione (Delibera N. 356 del 30/12/2015), tutto ciò al fine di dare “giusto risalto alla figura dell’artista”. 

Forse però in primis andava fatta un’attenta e completa valutazione della situazione, che mettesse in luce tutti i punti critici e le problematiche legate a questa tematica. 

Il disinteresse che aleggia sul tema Fancello, rende difficile e quasi impossibile anche la semplice consultazione di dati basilari come il numero dei visitatori, utilissimo dato che potrebbe spronare un confronto con realtà similari già sviluppate, come il già citato Museo Nivola.

La differenza sostanziale con quest’ultimo è che il territorio di Dorgali e Cala Gonone potrebbe crescere culturalmente, oltre per i suoi cittadini, anche per la sua economia. Esso è infatti interessato da un importante flusso turistico e allo stesso tempo è ricco di numerosi poli attrattivi a livello culturale, alcuni dei quali hanno registrato numeri importanti, come nel caso delle Grotte del Bue Marino con circa 55.000 visitatori nel 2014 o nel caso del villaggio nuragico di Serra Orrios con i suoi 11.000 (2014).  In un’epoca dove il turismo culturale cresce ogni giorno di più ed il turista diventa più attivo nella scelta della sua meta, Dorgali potrebbe rappresentare un’offerta culturale di notevole interesse, ma ciò sarà possibile solo con un’adeguata valorizzazione di TUTTO IL PATRIMONIO CULTURALE, all’interno del quale Salvatore Fancello è un importante tassello.

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