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PASQUALE FANCELLO CRODAZZU: contadino, minatore, giornalista, sempre anarchico!

Storia della vita tribolata di un antifascista

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La figura di Pasquale Fancello, noto Crodazzu si è andata offuscando nel tempo. È un destino comune a tanti militanti anarchici quello di essere dimenticati nonostante la loro attività politica sia stata intensa, forte, partecipata e si sia svolta in un lungo periodo di tempo che va dagli anni del fascismo alla guerra di Spagna, dalla liberazione  all’avvio della Repubblica e della ricostruzione. Un periodo densissimo di avvenimenti e denso di grandi cambiamenti.

La storia di Pasquale Fancello è una specie di paradigma di ciò che è stata la vita di tanti militanti e combattenti che si sono opposti alla dittatura, che hanno sognato un mondo nuovo, che per un attimo hanno creduto di poter costruire un cambiamento vero e sono stati poi disillusi dalla politica di sempre.

L’anarchico Pasquale Fancello è nato a Dorgali nel 1891. Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale è emigrato in Liguria insieme alla moglie; là ha lavorato come operaio e partecipato alle lotte del biennio rosso. Quell’esperienza lo mette in rapporto con i principi e le idee anarchiche.
Deve lasciare l’Italia come tantissimi operai antifascisti della prima ora e, pur senza documenti, varca i confini della Francia. È fermato ed espulso; quindi si reca in Belgio dove lavora nella zona mineraria e svolge una intensa propaganda politica fra i lavoratori e i tanti emigrati italiani e sardi. Nel 1931 è espulso anche dal Belgio e ritorna in Francia, sempre da clandestino. Si sposta in diverse città: Parigi, Brest, Tolosa dove frequenta gli ambiente dei fuoriusciti e partecipa alle attività sindacali e di opposizione al regime fascista. Nel 1936 è a Barcellona a sostenere la rivoluzione della Catalogna e vi resta fino al 1939. Il controllo delle varie  polizie e dell’Ovra italiana gli rendono la vita molto difficile, con privazioni e continue ‘fughe’.
Dopo il 1939 i suoi spostamenti si perdono, forse è munito di documenti falsi che lo mettono al riparo dai controlli.
Ricompare nel 1945 a Dorgali e subito prende parte, come capopopolo, alla rivolta dei contadini e pastori che rivendicano le terre comunali di Isalle Orroule. Quest’ultima è una vicenda nata nel 1874 e ancora non risolta, che coinvolge e destabilizza la comunità in uno scontro aperto fra alcuni proprietari e la gran parte delle famiglie di Dorgali.
Nel gennaio1947 partecipa allo sciopero dei minatori di Carbonia, viene arrestato e tenuto in carcere per due anni. Durante tale periodo si sviluppa una notevole campagna di stampa per la sua liberazione. La  celebrazione del processo a Oristano riguarda 37 lavoratori  e diventa una grande vetrina per alcuni noti avvocati (Gonario Pinna, Mario Melis, Umberto Terracini, Soggiu,) e per Fancello, che è il fulcro degli accadimenti che hanno portato al processo, un modo di allargare la sua fama di irriducibile combattente.
Nel dopoguerra si impegna in numerosi giri di conferenze, sia nell’isola che nel Continente per svolgere quell’azione di propaganda che resta la sola forma di organizzazione politica degli anarchici.
Scrive fin dal 1937 per l’Adunata dei Refrattari e, nel dopoguerra, scrive tantissimo per Umanità Nova. Commenta sia  fatti locali che grandi questioni internazionali e polemizza con Di Vittorio, Longo, Terracini.
I suoi articoli sono sempre corrosivi verso tutte le autorità, soprattutto quelle religiose quando mette in evidenza le contraddizioni e l’esercizio del potere materiale. Non ha timori reverenziali verso alcuno perchè si esprime con determinazione e paga sempre di persona, con infinite denunce e carcerazioni.

Nei primi anni ’50 è chiamato all’amministrazione del settimanale Umanità Nova, a Roma.
Muore in ospedale a Roma nel 1953 ed è sepolto al Verano.

La biografia è sviluppata avendo come sfondo e richiamo, le generali condizioni economico sociali della Sardegna e l’assetto e i rapporti di forza nel ventennio fascista e nel dopoguerra a Dorgali.
È la storia della vita tribolata di un antifascista che ha vissuto l’avventura rivoluzionaria del XX° secolo senza appartenere ai grandi partiti; che fa parte di quella larga schiera dei dimenticati, rimossi. Nomi di uomini e di donne che non si trovano mai nei libri ufficiali di storia, che ogni tanto riaffiorano in vecchie foto sbiadite, sempre in posizione defilata e distanti da coloro che contano; che restano solo nella memoria di chi li ha conosciuti. Eppure il loro contributo ha reso il mondo meno peggiore.
Si riepiloga la scarna storia dell’anarchismo in Sardegna e si richiamano i tanti e poco conosciuti anarchici della provincia di Nuoro, alcuni caduti nella guerra di Spagna.

A corredo della storia ci sono numerosi documenti: 
1) foto di anarchici citati e foto di gruppo
2) Articoli della Nuova Sardegna inerenti il processo di Carbonia del 1949
3) Breve biografia di alcuni “compagni di viaggio” di Dorgali
4) Breve biografia di anarchici della provincia di Nuoro che hanno conosciuto e/o frequentato Fancello

Per ricostruire la vita di Pasquale Fancello ci siamo avvalsi, oltre che dei testi di storia della Sardegna, relativi al periodo 1900-1950; delle testimonianze orali di persone che lo hanno conosciuto, dei fascicoli di numerosi archivi nazionali e internazionali, pubblici e privati; lettere e scritti apparsi sulla stampa anarchica.

 

Sabato 23 novembre la presentazione del libro >>> more info 

 

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