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COLDIRETTI: LA DIFFIDA UE ALL’ITALIA FAVORISCE SOLO LE LOBBY

Abbassando gli standard qualitativi i nostri produttori sarebbero penalizzati

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“Ma quali sono i benefici di un formaggio prodotto senza latte ma ottenuto con la polvere? A chi giova: ai produttori o ai consumatori? E qual’è il senso di una politica che impone di abbassare i livelli della qualità dell’agroalimentare?”

Sono le domande retoriche che, ancor increduli dalla diffida inviata dalla Commissione europea all’Italia per chiedere la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostruito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, si pongono il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba.

“Si sono fatti tanti sacrifici per tenere alta la qualità delle produzioni agroalimentari – commenta il presidente Cualbu - e adesso ci sentiamo dire che dobbiamo abbassare lo standard e aprire a prodotti scadenti. Sono decisioni assurde e incomprensibili che vanno in soccorso alle lobby che vogliono abbassare la qualità dei prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori bypassando la tutela della salute del consumatore”.

La legge “incriminata”, la numero 138, dell’11 aprile del 1974, con la quale l’Italia ha deciso di vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale, “ha avuto ed ha il merito – precisa Luca Saba - di tener alta la qualità delle produzioni casearie italiane salvaguardando le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità dei prodotti mediante la qualità delle materie prime. Una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana, e quindi anche sarda, che riscuotono un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015”.

“In questo modo la Commissione Ue, con la scusa che la legge italiana a tutela della qualità della produzioni rappresenti una restrizione alla “libera circolazione delle merci”, essendo la polvere di latte e il latte concentrato prodotti utilizzati in tutta Europa, impone un adeguamento al ribasso con una diffida che, se accolta, comporterà uno scadimento della qualità dei nostri formaggi e che metterà a repentaglio la “reputazione” del Made in Sardinia, ma anche una maggior importazione di polvere di latte e latte concentrato che arriverà da tutto il mondo a costi bassissimi, con conseguenze pesanti sulla tenuta dei nostri allevamenti che proprio grazie agli alti standard qualitativi si sta distinguendo in tutto il mondo”.

“La meraviglia non è poi tanta – conclude il direttore di Coldiretti Sardegna – se pensiamo alle altre trovate delle burocrazie dell'Unione Europea che ci ha già deliziato con queste decisioni incomprensibili: dal vino senza uva al cioccolato senza cacao fino alla carne annacquata. Ma sul mercato, purtroppo, c’è anche il vino zuccherato e quello in polvere mentre circa la metà della spesa è anonima per colpa della contraddittoria normativa comunitaria che obbliga a indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per le uova, ma non per i formaggi, per il miele, ma non per il latte”. 

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